Goddess of love

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Voto:

La spogliarellista Venus (Alexis Kendra) subisce l’Attrazione fatale (1987) per il fotografo tormentato Brian (Woody Naismith) che prima s’invaghisce della donna e poi si ricorda di non riuscire a superare il lutto per la moglie defunta; Venus non la prenderà bene. Knautz (Jack Brooks: monster slayer, 2007) racconta i più tragici risvolti dell’amore, cioè bisogno, gelosia e distruttività etero- ed autodiretta, ma Goddess of love, sfortunatamente, non è una narrazione applicabile ai più, perché la protagonista è disturbatissima (lo era anche in passato) con tutta la pletora della sintomatologia borderline ai livelli più severi, quindi con deragliamento psicotico. Interessante, magari, il fatto che certe persone incappino, non a caso, in partner destabilizzanti in quanto loro, a propria volta, destabilizzati, fosse anche da un trauma contingente. Goddess of love, che sulle prime sembrava un discorso generale e, quindi, più intrigante, si fa poi disperata fiaba nera moderna ritagliata sulle veneree misure di una specifica donna folle, con tanto di finale a sorpresa come in tanti psycho-thriller. La dea dell’amore Kendra è davvero bella e il film costruisce questa e quella scena per esaltarne il corpo nudo ma non volgarmente esibito. Bella anche la fotografia e alcune posizioni di telecamera. Da scoprire insieme a the Cleaning lady (2018), sempre di Knautz, sempre con Kendra. E magari da affiancare in double-bill con Femmina folle (1945).


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Titolo originale

Id.

Regista:

Jon Knautz

Durata, fotografia

93', colore

Paese:

USA, Canada

Anno

2015

Scritto da Exxagon nell'anno 2019; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0