Jack Brooks: Monster Slayer
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Voto:
Il giovane Jack Brooks è stato testimone della fine della propria famiglia divorata da un troll. Divenuto grande, le cose per Jack (Trevor Matthews) non vanno meglio; l'unica cosa che sembra riuscire discretamente a Jack è il lavoro di idraulico. Quando il professore di chimica Gordon Crowley (Robert Englund) lo chiama per un problema con la caldaia, Jack lo aiuta involontariamente a risvegliare una forza demoniaca. Da quel momento, il destino chiamerà Jack all'appello.
LA RECE
Comedy horror low-budget con mostroni pazzeschi. Nel suo genere è un buon prodotto che avrebbe meritato anche di essere base per un franchise. Solo per horror fan.
Altro film in coda a quelli che omaggiano l’horror scanzonato e cartoonesco inaugurato da la Casa (1982) di Raimi. Jack Brooks: monster slayer è il primo lungometraggio di Jon Knautz, scritto da lui in compagnia di Jon Ainslio e di Trevor Matthews, quest'ultimo anche attore protagonista. Diversamente da molte altre horror-comedy che tentano la strada della parodia per degradare nel ridicolo, qui si riesce nell'intento di proporre una storia horror vecchia maniera, senza effetti digitali con, ciliegina sulla torta, il buon vecchio Robert Englund a dare lustro all'operazione low-budget. Il film, esattamente come quelli di un tempo, esplode nel finale e, quindi, presenta una prima parte priva di mordente, votata, però, all’inquadramento del protagonista: l’infanzia, la morte dei familiari, la sua vita da fallito, fino a divenire ciò che poi il titolo pubblicizza. Jack, novello Campbell-Ash, è un uomo qualunque e l’interpretazione di Matthews è meno eccessiva di quella resa dal protagonista de la Casa, nondimeno l'idea dell'idraulico ammazzamostri è simpaticamente bizzarra e pare guizzata fuori da una produzione Troma. La seconda parte del film esplode in un dinamico circo di inseguimenti, splatter ed effetti speciali da fare invidia a diversi film dal budget più alto. Robert Englund è il veicolo di orribili e disgustose trasformazioni che lo portano a diventare un gigantesco mostro tentacolare con la capacità di trasformare gli esseri umani in altri mostri ai suoi ordini. Gli effetti protesici danno al film un tono old school gradevolissimo e la deflagrazione finale è una di quelle buone vecchie esplosioni anni ‘80 come ormai non se ne vedono più. Nonostante fosse previsto un seguito per il 2010, cosa molto coerente per un film che ben si presta ai sequel, il regista Knautz ha preferito virare verso l’horror drammatico ottenendo discreti ritorni con the Shrine (2010) e Goddess of love (2015).
TRIVIA
Jon Knautz (1979) dixit: “Penso che scrivere e dirigere vadano a braccetto. Anche se non scrivo un progetto che dirigo, mi piace comunque entrare nella sceneggiatura; la narrazione visiva viene naturale dopo il processo di scrittura, quindi non so se potrei dirigere qualcosa con la quale non riesco a entrare almeno un po' in intimità tramite il materiale scritto” (dailygrindhouse.com).
⟡ Alla fine dei credits ci viene riferito che durante la produzione del film non sono stati feriti né ani-mali né mostri.
⟡ Sulla scrivania dello psichiatra che segue Jack si legge "councilor", conciliatore, mentre si sarebbe dovuto leggere "counselor", consigliere, cioè che fa counseling.
⟡ Per muovere il professore-mostro, 6-8 tecnici effettisti dovevano operare contemporaneamente.
⟡ Trevor Matthews non solo fa la parte dello scannatore di mostri ma anche del troll che mangia i genitori all'inizio del film. Quando il troll viene ucciso, lo stivale che calpesta il mostro non era, quindi, indossato da Trevor ma dal truccatore David Scott.
Titolo originale
Id.
Regista:
Jon Knautz
Durata, fotografia
85', colore
Paese:
Canada
2007
Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
