la Grande abbuffata
Voto:
Quattro amici, Ugo il cuoco (Ugo Tognazzi), Philippe il giudice (Philippe Noiret), Michel il produttore (Michel Piccoli) e Marcello il pilota d’aerei (Marcello Mastroianni) decidono di riunirsi in una villa fuori Parigi per fare un "seminario gastronomico". In realtà, i quattro hanno deciso di suicidarsi tramite un delirio di cibo e sesso. In questo viaggio nell'eccesso si faranno accompagnare da alcune prostitute e da una maestra elementare (Andréa Fer-réol).
LA RECE
Cult che non smette di stupire, disgustando, magnificando le crapulonerie della società moderna che affoga nei propri eccessi, in un accumulo pleonastico di cose ed esperienze che sembrerebbero celebrare l’esistenza e, invece, sono il preludio e la via per la morte.
Per questo film degli eccessi alimentari, inizialmente intitolato “i Masticanti”, che influenzerà più di un lavoro di Peter Greenaway (lo Zoo di Venere, 1985; il Cuoco il Ladro sua Moglie e l'Amante, 1989), Ferreri strizzò l'occhio a De Sade con il soggetto dei quattro libertini chiusi in una casa a celebrare i piaceri della carne. Questa pellicola, definita dallo stesso regista "un'opera fisiologica", influenzerà anche Pasolini il quale, però, con Salò (1975) moltiplicherà a livello esponenziale il tema della violenza e della perversione. È palese che il film sia una critica alle crapulonerie della società moderna che, in una nuova prospettiva dell’antica connessione fra eros e thanatos, affoga nei propri eccessi e nelle proprie evacuazioni. I protagonisti, nel loro delirio, rispecchiano la nostra società festaiola che deve celebrare anche senza un motivo preciso. I rumorosi peti che si ascoltano durante alcune sequenze diventano parte della colonna sonora del film e, nella scena della morte di Michel, si sovrappongono anche al tema musicale portante, quasi a significare che quel suono è l'unico producibile da questa società che Ferreri dipinge come barocca e opulenta. Tutte le inquadrature sono stracolme di oggetti dorati, luccicanti, pacchiani, in un accumulo pleonastico di cose ed esperienze che sembrerebbero celebrare l’esistenza e, invece, sono il preludio e la via per la morte. L'eccesso dei quattro, che disgusta anche le prostitute per stereotipo portabandiera della materialità, non può che concludersi in tragedia. Tutti i sacerdoti dell'eccesso moriranno "imboccati" dall’ape regina Ferréol, la maestrina elementare e alimentare che sarà l’unica a sopravvivere. Bravissima quest’ultima attrice di teatro che con questo film ha esordito al cinema e che parteciperà anche alla pellicola di Greenaway del 1985 e che avremo modo di vedere ancora anni dopo in Sono pazzo di Iris Blond (1996) di Verdone; qui proporrà una dieta ferrea! Ricco di momenti improvvisati, cosa che portò Pasolini a ritenere la Grande abbuffata un'opera di "neorealismo fenomenico", il lavoro di Ferreri rimane un pezzo di cinema sconcertante e nauseante in un'accezione curiosamente positiva, con alcuni momenti divertenti e comunque mai noiosi. Fischiatissimo al festival di Cannes del 1973 e materia di scandalo, il film ebbe un grande successo in cassetta. Consigliatissimo, anche se non tutti potrebbero apprezzare questo eccessivo banchetto cinematografico.
TRIVIA
Marco Ferreri (1928-1997) dixit: “Ci sono due strade. Bisogna decidere: o fare delle opere quantitativamente numerose, [...] fare cinquanta film in un anno se si possono fare, fare i film come li fa il signor Godard, in una certa direzione, con un certo capitale; oppure smettere per un momento di fare il cinema e cercare di fare la rivoluzione; questi sono i due sistemi. E la rivoluzione si fa facendo la rivoluzione, non facendo i film” (filmi-dee.it).
⟡ In qualche modo, fra gli interpreti e i loro personaggi esiste qualche similitudine. Ad esempio, Tognazzi era un noto buongustaio, pare persino che Ferreri abbia preso ispirazione dagli eccessivi pranzi preparati dall'attore e che lo stesso Ferreri, alla fine di uno di quei pranzi, avesse esclamato: "Ci stiamo suicidando!".
⟡ Uno dei momenti totalmente improvvisati fu l’imitazione del Padrino compiuta da Tognazzi.
Titolo originale
La Grande Bouffe
Regista:
Marco Ferreri
Durata, fotografia
127', colore
Paese:
Italia, Francia
1973
Scritto da Exxagon nell'anno 2004; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
