Guinea pig - Mermaid in a manhole

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Voto:

Un pittore (Shigeru Saiki) trova una sirena nelle fogne (Mari Somei), la porta a casa e la mette in una vasca da bagno con l'intenzione di ritrarla su tela. La cosa si fa difficile nel momento in cui sul corpo della sirena iniziano a generarsi pustole dalle quali, però, fuoriesce un liquido colorato che il pittore userà come tempera. La malattia della sirena, tuttavia, peggiora e dalle pustole iniziano a uscire anche vermi.


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LA RECE

La punta di diamante dell'infame serie orientale Guinea Pig. La metafora di un amore disfatto. Delicatezze mescolate a vermi e purulenze assortite.

Punta di diamante dell’infame serie iniziata con Guinea pig - devil’s experiment (1985). Pur configurandosi come una delle pellicole più disgustose mai prodotte, con Mermaid in a manhole (sirena in un tombino) Hideshi Hino tenta, riuscendoci, un improbabile commistione fra schifezze e romanticismo, strutturando una curiosa trama ben definita che giustifica le aberrazioni messe in mostra. Al di là degli effetti speciali, la dinamica fra il pittore e la sirena descrive il rapporto romantico e struggente di un uomo che cerca di fissare su tela ciò che ama e ciò che di bello era presente nella sua vita mentre assiste inerme al martirio fisico della sirena, qualcosa di paragonabile a quanto mostrato da Cronenberg con la Mosca (1986). Questa dimensione tragica dà una certa profondità a una pellicola che, comunque, non rinuncia all'exploitation mostrando vesciche purulente dalle quali fuoriescono matasse di vermi, rigurgiti di sangue e lombrichi, un feto morto abbandonato nelle fogne e parti anatomiche mozzate. Come suo solito, Hino non va per il sottile ma la storia d'amore fra il pittore e la sirena, che rappresenta il passato e la moglie amata dell’artista, rende la visione di Mermaid in a manhole meritevole, di certo la più indicata fra le pellicole della serie Guinea pig, nondimeno sconsigliata agli svenevoli. Nel franchise segue Guinea pig - Android of Notre Dame (1988).

TRIVIA

⟡ I quadri presenti in casa dell’artista furono realizzati dal pittore e musicista Kazuki Tomokawa, vero nome Tenji Nozoki, al quale, nel 2010, è stato dedicato il documentario la Faute des fleurs: a portrait of Kazuki Tomokawa. La musica di Tomokawa è stata usata in diversi film di Takashi Miike. 

⟡ La carriera dell’attrice Mari Somei iniziò nel 1984 e terminò con questo film. Di Mari, uscita dal giro cinematografico, non si sono più avute notizie di nessun tipo.

Titolo originale

Za ginipiggu 4: Manhoru no naka no ningyo

Regista:

Hideshi Hino

Durata, fotografia

63', colore

Paese:

Giappone

Anno

1988

Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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