Haze - il Muro

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Voto:

Un uomo (Shin'ya Tsukamoto) si sveglia e si trova confinato in una strettissima struttura labirintica. Senza sapere perché si trovi lì e chi sia, l’uomo striscia nei cunicoli e fra oggetti appuntiti. L’uomo incontrerà una donna (Kaori Fuji), anche lei persa nel claustrofobico labirinto; quest’ultima spingerà l’uomo a tentare di evadere da quel posto anche se nessuno sa cosa ci sia fuori.

LA RECE

Non del tutto leggibile, anche per il buio pesto che lo pervade. L'arte di Tsukamoto, però, ha un suo innegabile e tremendo fascino.

Cinquanta minuti di reminiscenze che richiamano Tetsuo (1989), soprattutto per gli effetti sonori e una disgraziatissima fotografia troppo scura in tante parti per raccontare un incubo che potrebbe significare molte cose. L’idea alla base sembra essere quella di Cube - il Cubo (1997) ma, qui, in un mondo ulteriormente più claustrofobico, opprimente, mortifero, con macchinari che dilaniano le carni (e i denti!) e che non lascia troppa speranza, neppure rispetto a ciò che spetta a coloro che riescano a uscire dall’incubo. Chi ci ha messo su questa Terra? Chi siamo davvero? Dove si sta andando? E perché tutta questa fatica se poi, alla fine, è tutto uno strazio reso sopportabile da sparuti ricordi d’incanto (i fuochi d’artificio)? Dato l’ambiente, i battiti metallici, il sangue e il venire alla luce, forse è tutta una metafora della nascita. Oppure il labirinto, ennesima narrazione del disagio della civiltà, è il riflesso della mente moderna e del suo inconscio imprigionato, l’ennesimo prodotto dell’alienazione umana della quale Tsukamoto va narrando da anni. Tutte ipotesi e si accetta contraddittorio perché le quote di bizzarria e incomprensibilità sono assai elevate. Come al solito, quando si tratta di cinema weird, meglio abbandonarsi al significante più che al significato e, allora, peccato che il regista giapponese non abbia ripulito un poco la messa in scena, anche se tutto quel buio e quei suoni, e pure il fastidio dello spettatore per essi, hanno un loro perché. Tsukamoto si conferma un artista non per tutti i gusti ma, anche in questo oscuro Haze, balugina della genialità.

TRIVIA

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Haze

Regista:

Shin'ya Tsukamoto

Durata, fotografia

49', colore

Paese:

Giappone

Anno

2005

Scritto da Exxagon nell'anno 2009; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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