Tetsuo

Voto:

Un feticista del metallo (Shinya Tsukamoto) che ama infilarsi tubi di ferro nelle cosce, viene investito da un impiegato (Tomorowo Taguchi) e la sua donna (Kei Fujiwara); i due, credendolo morto, scaricano in un bosco la vittima. Eccitati dalla situazione, l’uomo e la donna si mettono a fare sesso di fronte al ferito che passerà la sua "infezione" alla coppia. Il feticista e l'impiegato, divenuti mostri metallici, si daranno battaglia.

LA RECE

Non il cyberpunk cool e patinato ma quello post-punk, sporco, visionario, in un ruvido bianco e nero che racconta della metamorfosi di un uomo in una macchina attraverso sequenze allucinanti e un montaggio frenetico. Il body horror incontra il surrealismo nipponico generando un'ora di orrore viscerale, nella quale la carne si fonde con il metallo. Un capolavoro underground che ha ridefinito il cinema di genere e non solo quello nipponico.

Film che sorse dai recessi underground nipponici; low-budget ma enormemente immaginifico, pensato da uno Tsukamoto che, pur avendo ricevuto positivi riscontri da un pubblico non solo underground e avendo influenzato registi come Darren Aronofsky e Takashi Miike, è rimasto coerentemente sui binari della propria sensibilità con lavori quali Tetsuo II (1992), Tokyo fist (1995), il superbo erotico Snake of June (2002), il corto Haze - il Muro (2005) o il drammatico Kotoko (2011). Il lungometraggio Tetsuo venne anticipato dal mediometraggio le Avventure del ragazzo del palo elettrico (1987) che, a propria volta, era stato descritto in nuce dal corto Futsu saizu no kaijin (1986); in quest’ultimo emergevano già tutte le allucinate visioni che poi verranno meglio esplicitate da Tsukamoto l’anno dopo. Fra rappresentazione febbrili e pause placide, il protagonista Hikari si porta sulla schiena la luce del passaggio verso una nuova era, vettore di un’angoscia generazionale, incarnazione di un ambiente tecnologico che trasforma la carne, la rimodella e l'assimila. Le Avventure del ragazzo del palo elettrico è già, in sintesi, Tetsuo, con la sua iper-stimolazione sensoriale e la sua sessualità bizzarra che sorpassano sulla destra ogni riflessione pacata; come dimenticare il macchinario dei vampiri funzionante tramite una ragazza che deve raggiungere il menarca? Il lavoro dell’87 inizia e si conclude iperbolicamente come un videogioco e, come sarà per Tetsuo, la faccenda finisce con la scritta "game over". In mezzo, per entrambi, fantascienza, orrore e surrealismo, un pugno nello stomaco a livello logico e visivo che fonde tecniche da videoclip e fumetto a un'atmosfera cyberpunk. I riferimenti non sono difficili da rintracciare per coloro che hanno qualche esperienza con il cinema bizzarro di Akira Kurosawa (Dodes'ka-den, 1970), Sogo Ishii (1/2 Mensch, 1986), Cronenberg (Videodrome, 1983) e Lynch (Eraserhead, 1977). Eppure, il film non è derivativo e ha una sua personalità. Fin dalle prime battute, Tetsuo colpisce gli occhi e le orecchie in modo feroce, sia per le tecniche di ripresa, sia per il suo bianco e nero torbido, sia per gli effetti sonori. Pur limitato dal low-budget, Tetsuo svolge pienamente i nuclei tematici che il regista voleva sottolineare. Come nelle opere di Cronenberg, la carne diventa campo di battaglia fra sessualità (istinto) e tecnologia (scienza): se si riesce a raggiungere una sintesi è solo tramite la creazione di un essere mostruoso che manifesta la sua sofferenza. Pistoni, olio, trivelle falliche, sangue che, in bianco e nero, pare petrolio: è la fantasia repressa che erutta dall'inconscio per concretizzarsi in una realtà post-industriale e ipertecnologica. La logica narrativa non è quella comune e lo spettatore potrebbe essere pervaso da un senso di straniamento: Tetsuo propone una serie di immagini e suoni che esistono solo su un piano surreale ma che vengono recepiti come disturbanti. Il piano immaginativo e quello reale, sempre che ce ne sia uno, si (con)fondono e lo spettatore si perde in una trama poco più che abbozzata che trova la propria conclusione in una corsa a velocità accelerata fra le deserte vie di Tokyo nelle quali il feticista insegue l'impiegato fino a un incredibile testa a testa in cui la metamorfosi domina. Tsukamoto, in pratica, realizza un vero e proprio assalto alle convenzioni in un periodo storico, gli anni '80, dominato da un arrogante ottimismo rispetto al futuro. L'uomo Tetsuo è una creatura in profonda distonia con la sua natura e anche con le macchine che non sono utilizzate dall'essere umano ma, anzi, lo utilizzano, lo invadono come un virus. Forse non così originale nel concetto, visti gli altri registi e scrittori che hanno precedentemente descritto i medesimi incubi, ma irripetibile nella realizzazione, tenendo anche conto del fatto che Tsukamoto ha curato, oltre alla regia, la fotografia, il montaggio, le scenografie e gli effetti speciali. Film iconico e di riconosciuta qualità ma inadatto a un pubblico non pronto ad affrontare un cinema decisamente diverso.

TRIVIA

Shinya Tsukamoto (1960) dixit: “Io considero il mio cinema nel suo insieme, come un tutt'uno, quindi non posso scegliere il mio ruolo preferito. Non mi piace definirmi un regista, mi piace definirmi un cineasta. Essere un cineasta comporta tutto, disegnare immagini, dirigere, quindi non è solo dirigere le persone. Mi piace molto l'intero processo” (easternkicks.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Id.

Regista:

Shin'ya Tsukamoto

Durata, fotografia

67', colore

Paese:

Giappone

Anno

1988

Scritto da Exxagon nell'anno 2006 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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