Hellraiser: Hellseeker

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Voto:

Kirsty Cotten (Ashley Laurence) si è sposata con Trevor Gooden (Dean Winters). I due hanno un incidente stradale e la macchina finisce in un fiume. Kristy muore e Travor si trova immerso in una realtà confusa, abitata da belle donne, omicidi misteriosi, incubi inspiegabili e cefalee. Alla fine del viaggio, ovviamente, c'è Pinhead (Doug Bradley).


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LA RECE

Lontani dalla fonte originaria, almeno questo quinto sequel ha un plot mystery e intricato che può intrigare ma, per gli stessi motivi, stancare. Comunque B-movie potabile.

Positivo il ritorno sullo schermo di Ashley Laurence nei panni di Kristy Cotten, protagonista nei primi due capitoli della saga. Apprezzabile la volontà del regista Bota e dei soggettisti di non fiaccare il marchio Hellraiser producendo l’ennesima pellicola incentrata sulla presenza dei cenobiti e le loro atrocità, il che avvenne perché il soggetto del film nacque come plot originale e solo dopo fu adattato alla saga di Hellraiser. Interessante anche la complessità della storia che utilizza continui flashback e spostamenti temporali generando nel protagonista e nello spettatore un senso di smarrimento; l'impostazione mystery incentiva la voglia di seguire lo svolgersi degli eventi e il finale giunge abbastanza inaspettato. Buono l'uso delle luci e della fotografia, convincente la recitazione e ben fatti gli effetti speciali che assumono un significato solo a mistero svelato. Per contro, è criticabile l'eccessiva complessità della storia che punta molto sul bizzarro e sullo spiazzamento disinteressandosi di chiarire tutte le ambiguità. Insomma, i medesimi elementi come pregi e difetti visti da angolature diverse in base al gusto dello spettatore. Il film piacerà soprattutto a coloro che amano le trame ingarbugliate stile Memento (2000), anche se il parallelo è avventato. Voto d’incoraggiamento. Seguirà Hellraiser: Deader (2005).

TRIVIA

Rick Bota dixit: “Era la prima volta che incontravamo quei cenobiti meravigliosamente raccapriccianti, ora iconici. La novità di vedere Pinhead e i cenobiti si è poi esaurita, e purtroppo questo ha messo in difficoltà la loro utilità come immagine orribili a sostegno della narrazione. Non fraintendetemi, sono ancora spaventosi da morire ma il pubblico se li aspetta, e aspettarsi lo spavento non ha lo stesso effetto di esserne sorpresi la prima volta” (joblo.com).

⟡ La Dimension Films obbligò il cast e la crew al silenzio circa la produzione della pellicola, il che andò anche a limitare la possibilità di pubblicizzarla. L’attrice Ashley Laurence, tuttavia, ruppe l’embargo facendo notare che il suo compenso era stato troppo basso. 

⟡ Nel film si vede un lavoratore che interrompe Trevo e Bret mentre sono al distributore dell’acqua; questa comparsa non accreditata venne definita dal regista “l’extra da 10.000 dollari”. Le leggi sul lavoro della Columbia Britannica proibiscono che un regista dia direttive a una comparsa che non ha dialoghi; le istruzioni agli extra possono solo essere espresse dall’assistente alla regia. Demenzialità burocratiche. Avvenne che Bota disse alla comparsa di recitare la scena differentemente: solo per questa indicazione, all’uomo si dovettero dare alcune migliaia di dollari in più oltre al compenso.

Titolo originale

Id.

Regista:

Rick Bota

Durata, fotografia

89', colore

Paese:

USA

Anno

2002

Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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