High rise - la Rivolta
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Voto:
Il patologo Robert Laing (Tom Hiddleston) si è trasferito in un moderno grattacielo che, seguendo una rigida gerarchia di classe sociale, vede i meno abbienti nei piani bassi e i più facoltosi collocati nei piani superiori, mentre l’architetto Anthony Royal (Jeremy Irons) risiede in un superattico che sembra l’Eden. Disfunzioni nell’impianto elettrico porteranno a una progressiva anarchia nel grattacielo.
LA RECE
Origine letterria non facile da ridurre a film, carne al fuoco molta, ridondanze, forse, impossibili da evitare. Imperfetto ma affascinante, fra caos ed eleganza.
“Lei ha visto alcune delle persone che vivono qui? L’avanguardia dei benestanti. Si sono adattati così bene ai loro settori che non hanno più spazio per sfuggire a loro stessi” “Una collocazione che lei ha progettato per loro!” “Ho concepito questo stabile per essere un crogiolo per il cambiamento… Devo aver dimenticato qualche elemento vitale”. Tutto qui il punto di High rise, riduzione filmica di “Condominium” (1975) del surrealista J.G. Ballard caldeggiata dal produttore Jeremy Thomas per anni e contro il parere di chi voleva “unfilmable” quel romanzo. Il Wheatley di Kill list (2011) e Killer in viaggio (2012) ci si mette, con tanto di attori ben convinti sui quali emergono il protagonista Hiddleston e un carismatico Jeremy Irons che c’è da sentirlo in lingua originale per godersi la sua voce e ammettere quanto poco si possa capire l’inglese se lo si biascica. Indubbiamente, il regista conferma le proprie doti e sa generare con decoro sia le cornici raffinate sia quelle della narrazione più spiccia, tuttavia la carne al fuoco è davvero molta e, per genio ballardiano, confusa. Quindi, una pellicola che avrebbe dovuto dire tanto di noi, finisce per essere goduta con un certo distacco, come se si guardassero i pesci (piranha) nell’acquario. Eppure, il tema di questo mondo distopico ha molto a che vedere con la nostra smania di consumare, di “salire le scale” (cosa che ci viene detta impossibile), di un dio Architetto con ottime intenzioni ma pessime declinazioni e, poi, tutto un mondo di isterici, leccaculo, insicuri e via dicendo. Non facile da seguire per certi ingarbugliamenti narrativi e anche sforbiciabile in qualche passaggio ridondante, comunque sia meritevole cinema inusuale.
TRIVIA
⟡ Non è un caso che la locandina del film ricordi Arancia meccanica (1971) e nel film, all’inizio, vi è un altro rimando alla pellicola di Kubrick: si vede, infatti, un Transcriptors Reference Turntable, cioè il giradischi particolare usato anche da Alex nel film del ’71.
Titolo originale
High Rise
Regista:
Ben Wheatley
Durata, fotografia
119', colore
Paese:
UK, Canada, Belgio
2015
Scritto da Exxagon nell'anno 2019; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
