Kill list
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Voto:
Jay (Neil Maskell) è un ex soldato senza lavoro, sposato con Shel (MyAnna Buring) sempre meno tollerante verso l’inerzia del marito. L’amico Gal (Michael Smiley) propone a Jay uno sporco lavoro di sicario, tuttavia molto ben pagato. Gli uomini da uccidere sembrano connessi ad un giro di pedopornografia, cosa che fomenta Jay, padre di Sam. Le persone da uccidere, così come i mandanti, però, sono connessi ad un movimento settario ancora più inquietante.
LA RECE
Si parte dal dramma in tono neo-noir e si approda al settario. I riferimenti sono diversi ma Wheatley cucina il suo piatto in modo originale. Personalmente non un must, però ben fatto.
Film interessante quandanche non perfetto o, comunque, meno eccelso ed originale di quanto molti hanno percepito, forse dimenticando the Wicker man (1973), a Serbian film (2010) ma anche parecchio Polanski del tempo che fu. Pur vero che Wheatley amalgama tutta una serie di mondi diversi in una pastura che regge: dramma familiare da coniugi spiantati alla Ken Loach, dinamiche da killer prezzolati con tanto di dialoghi in aria da Tarantino (ma un tot di spanne sotto) e due o tre scene dove la brutalità è quella del torture-porn. E poi, questo benedetto finale che sembra roba arcana, e anche tirata un po’ per i capelli, ma che fa quadrato intorno all’idea espressa dallo stesso regista secondo la quale tutto sarebbe, in parte, una metafora dei militari mandati in Iraq a scompensarsi per opera di un governo massonico-satanista. D’altra parte, Wheatley ci mette tutta una sua poetica dell’inquietudine inglese che dice rifarsi alle sue paure da bambino. Ma non è tanto il finalone che conta, peraltro prefigurato dalla scena dello scontro spadaccino fra Jay e Sam in giardino, bensì la resa del duo protagonista, ingaggio perfetto, e della brava comprimaria Buring (the Descent - Discesa nelle tenebre, 2005). L’effetto straniante di questi due disperati a ramazzare un angolo d’Inghilterra semideserto e corrotto funziona a modino e fa di Kill list un film con un tono cupo dall’inizio alla fine, e teso a percorrere vie cinematografiche diverse dal solito horror mainstream. L’impressione è che a funzionare, più che le scene di brutalità e il finale che dovrebbe sorprendere e lasciare col punto interrogativo sulla testa, siano le sequenze di tensione domestica e altre circostanze di (pseudo) normalità però in sentore di catastrofe. D’altronde, proprio lì il racconto andrà a parare. Film che non sentirò il desiderio di rivedere ma che non mi dispiace aver visto.
TRIVIA
Ben Wheatley (1972) dixit: “Penso che la mia idea di ciò che è un film dell'orrore sia un po' più ampia delle definizioni comuni. Le dilato per includere cose come Va' e vedi di Klimov o alcuni dei film di Ken Loach. Quindi, penso che Kill list sia un horror psicologico e questo tipo di cose non sono necessariamente nel regno del soprannaturale ma entreranno nella testa del pubblico e giocano con questo tipo di sentimenti” (indiewire.com).
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Id.
Regista:
Ben Wheatley
Durata, fotografia
95', colore
Paese:
UK
2011
Scritto da Exxagon nell'anno 2015 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
