Howling: new moon rising
Voto:
Si dice che al peggio non ci sia mai fine. Non è vero, la fine c'è e si chiama Howling: new moon rising. Pur bazzicando fra B e Z-movie, di rado capita di vedere un film così scombinato, noioso, pieno di situazioni senza senso, siparietti musicali (country, oltretutto) e sketch comico-indecenti come quelli offerti dalla pellicola girata da Clive Turner che, ricordo a sua parziale discolpa, fu anche il produttore de il Tagliaerbe (1992), una pellicola, a suo tempo, moderna e piena di effettistica 3D. Che poi, in realtà, il film venne girato da Roger Nall ma, per il vizietto di Turner di imporre la sua visione ai cineasti che lo portò a confliggere con più di un professionista, il credito alla regia andò solo a lui, orgoglioso di acollarsi tutta l’onta di questo abominio su pellicola. Il risultato è praticamente da cestinare nella sua globalità; le ciliegine sulla torta sono i filmati di aggressione del licantropo realizzati con un effetto di solarizzazione e la maschera (non la protesi!) del licantropo. Qui non siamo in presenza di un “so bad so good” ma proprio di uno Z-movie col coltello fra i denti, brutto in modo talmente molesto da domandarsi come abbia trovato spazi distributivi. A tanti anni dalla visione ne sono ancora indispettito e spiace anche che il nome di questo orrore sia associato, per ragioni di franchise, a l'Ululato (1980) di Joe Dante. Non paghi, più di tre lustri dopo arriva il reboot The Howling - Reborn. Il risveglio dei licantropi (2011) di Joe Nimziki.

Titolo originale
Id.
Regista:
Clive Turner, Roger Nall [non accreditato]
Durata, fotografia
90', colore
Paese:
UK
1994
Scritto da Exxagon nell'anno 2013; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0