the Human Centipede III

Più marcatamente ironico dei due precedenti capitoli, meno violento e meno oscuro. E la trilogia ci perde.

Six aveva da sempre inteso the Human centipede come una trilogia e, quindi, con questa final sequence si chiude il trittico inaugurato da the Human centipede (2009) che, nel suo piccolo, aveva rappresentato un caso cinematografico. Anche in questa terza installazione, come nella precedente, si fa riferimento metafilmico al primo film; non solo, lo stesso regista ci mette la faccia. Torna anche l’attore Dieter Laser, il folle chirurgo della first sequence, mentre L.R. Harvey, protagonista di the Human centipede II (full sequence) (2011), veste i panni dell’assistente coi baffetti alla Hitler. Tom Six attenua i livelli di violenza grafica ai quali ci aveva abituati e, cosa discutibile, scatena l’attore Laser affinché renda una performance senza margine alcuno che invade tutto il film, il quale si reduce, quindi, a un one-man-show. La soluzione del super millepiedi umano fatto da una caterva di detenuti è bizzarra ma di minore effetto rispetto alla soluzione con poche persone; inoltre, l’immagine dell’affollato millepiedi nella prigione avviene solo alla fine, mentre, come detto, tutto il resto del film è dominato dal personaggio del guardiano. Oltre a ciò, nessuna novità sostanziale; a parte l’ironica scelta di nominare il carcere come l’ex presidente statunitense e alcune brutalità fra le quali si distingue uno snack a base di clitoridi essiccati derivati da pratiche di mutilazione genitale; come dire, scioccare per il gusto (!) di farlo. La trilogia non si chiude degnamente.

⟡ In tutti e tre i film della serie, Peter Blankenstein interpreta un personaggio che dovrebbe partecipare al millepiedi umano ma finisce per morire prima. 

⟡ Nella sequenza in cui ai prigionieri vengono mostrati i primi due film della serie, quelli gridano giudizi negativi; le parole espresse sono stralci da recensioni scritte da critici cinematografici.