l'Idolo Vivente
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Voto:
Messico, rovine di Uxmal. L'archeologo Alfred Stoner (James Robertson Justice) rinviene una statua felina all'interno di una piramide maya. L'oggetto scatena una reazione viscerale in Jaunita (Liliane Montevecchi), giovane messicana figlia dell'assistente locale. Quando quest'ultimo muore in circostanze ambigue, Stoner la adotta, portandola nel suo appartamento di Città del Messico insieme all'idolo. La ragazza sviluppa una patologia enigmatica che lo studioso interpreta come manifestazione di una memoria ancestrale, una forma di possessione mistica che richiede rituali notturni davanti alla gabbia di un giaguaro dello zoo.
LA RECE
Melodramma esoterico che sacrifica la tensione narrativa sull'altare dell'antropologia. Il Cinemascope cattura la maestosità di Uxmal ma la dimensione sentimentale resta asfittica, il climax si dissolve in voice-over esplicativi e alcuni momenti tecnici malfatti. Opera minore per cinefili vintage.
Melodramma esoterico tra le rovine Maya che sfida le convenzioni del cinema di genere: non è propriamente horror, sebbene ne possegga l'iconografia, ma non è puro melodramma, pur strutturandosi attorno al gioco sentimentale. È, piuttosto, un saggio cinematografico mascherato da racconto d'avventura, un'indagine sulla persistenza del sacro nell'epoca della razionalità scientifica. Lewin, anche autore della novella “The Living idol” dalla quale viene tratto il film, non persegue l'efficacia del brivido e si concentra sull'antropologia, ovvero sul modo in cui i sistemi simbolici precolombiani sopravvivono come tracce nel presente. Il motivo sta nella peculiare carriera di Lewin che fu quella di un letterato che scelse il cinema come campo d'espressione. Formatosi nell'orbita di Irving Thalberg alla MGM degli anni Venti, Lewin aveva già dimostrato, con il Ritratto di Dorian Gray (1945), la capacità di tradurre la complessità letteraria in linguaggio visivo; oltretutto, lì come qui, troviamo una statuetta antica con funzioni cerimoniali che fungerebbe da medium attraverso due mondi. Il paragone posto da alcuni con il Bacio della pantera (1942) di Tourneur e scritto da Val Lewton è, però, fuorviante: dove Lewton orchestrava un gioco di suggestioni, costruendo il terrore attraverso l'ellissi, Lewin preferisce l'esplicitazione antropologica: una sequenza didattica sulla pratica del sacrificio umano nelle civiltà mesoamericane, che occupa parecchi minuti di girato, trasforma il film in una lezione accademica. Le considerazioni fatte sono sicuramente interessanti ma l’approfondimento suona un po’ come un’anomalia nella narrazione filmica e va a bloccare la costruzione della tensione, già non moltissima. Anche la dimensione sentimentale, animata dall'intrigante bellezza della Montevecchi e da un Terry Matthews nel ruolo dello statunitense pragmatico, non pare vengano ben approfonditi; tutto, perciò, rimane su un piano di distacco ed astrazione, cosa confermata dal voice-over finale per il quale le immagini vengono sovrascritte da un commento che le interpreta, negando allo spettatore la possibilità di un'esperienza diretta del senso. Ambiguo anche tecnicamente: lo vediamo dall'uso di un ampio Cinemascope che cattura l’enormità dell’area architettonica maya attraverso la quale Juanita scappa spaventata - la sequenza migliore - combinato a momenti scadenti come il ballo dei due protagonisti davanti ad un pessimo green screen. Insomma, opera minore non sgradevole ma di scarso impatto e valida solo per gli amanti del vintage.
TRIVIA
⟡ La presunta collaborazione di René Cardona - leggendario artigiano dell'exploitation messicano (Korang, la terrificante bestia umana, 1968) - a questo film rimane controversa. Alcune fonti suggeriscono un assemblaggio di materiali preesistenti, ma l'uniformità stilistica del prodotto finito sembra smentire l’ipotesi. Più probabilmente Cardona funzionò da mediatore culturale e linguistico, facilitando le riprese in territorio messicano.
Fast rating

Titolo originale
the Living Idol
Regista:
René Cardona, Albert Lewin
Durata, fotografia
100', colore
Paese:
USA, Messico
1956
Scritto da Exxagon nel novembre 2025 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

