It lives again

Poca tensione per questi discoli deformi che hanno dato vita a due lobby genitoriali: chi li vuole vivi, chi morti. Piacevole una certa vena comico-cinica.

Cohen amplia la trama di Baby killer (1974) ed esplora nuove eccentriche dimensioni. Nel finale del primo film, il padre del neonato mostruoso cambiava opinione e combatteva per la sopravvivenza del proprio piccolo killer. Ora, Frank Davies è una sorta di militante underground per la salvezza dei piccoli mostri, e ha la sua nemesi in Mallory che lotta, invece, per l'eliminazione dei baby killer dopo aver perso la moglie a causa loro. Un soggetto di qualche interesse, che vede ancora il poco popolarizzato istinto paterno al centro della faccenda, è, però, minato dall’incapacità di suggerire tensione e paura, il che è un limite da non poco in un horror: l'aspetto dei baby killers, realizzati dall'effettista Rick Backer, è temibile ma si ha sempre l'impressione che si tratti di bambolotti rigidi. Il montaggio crea l'illusione del movimento dei mostriciattoli e qualche costume indossato da attori nani fa il resto ma il risultato non è entusiasmante. Più che altro, i mostriciattoli, fanno un gran baccano con pianti, grida e respiri asmatici. Cohen mantiene il suo stile registico fra il funzionale ed il camp, con picchi di humor nero, come per la scena che vede degli gli ostetrici nascondere pistole in sala operatoria, le incubatrici-gabbie o un cancello su cui è esposto un segnale con scritto “Drive Carefully - Children at Play”. Non si offre ancora nessuna spiegazione per la venuta al mondo dei bambini deformi la cui diffusione si sta estendendo pericolosamente. La recitazione per la maggior parte si salva ma non può molto. Siamo al limite dello sconsigliabile. Su IMDb viene catalogato come Baby Killer 2 ma non ho mai visto né un VHS né un DVD commercializzato con questo nome in Italia. Seguirà Baby killer III (1986).

⟡ Nessun dato, per ora.