Baby killer

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Voto:

Lenore (Sharon Farrell) mette al mondo un mutante aggressivo con denti aguzzi e artigli. Il neonato fa strage direttamente in ospedale e poi fugge per la città. Frank Davies (John P. Ryan), padre del bambino, prima si lancia alla ricerca del figlio con l'intenzione di ucciderlo, quindi lotta per la sua sopravvivenza.

LA RECE

Film lento che inizia a far sentire gli anni che ha, eppure il neonato e il verso che fa è leggenda; una leggenda che, però, ormai si raccontano solo i vecchi horror fan.

Il regista Cohen si fece un nome nell'ambiente horror grazie a pellicole a basso budget di qualità non eccelsa ma che più volte hanno ottenuto un certo successo al botteghino o in cassetta. Anche Baby killer è un film con evidenti limiti; nondimeno, nel tempo è divenuto un piccolo cult. L'azione è terribilmente lenta, la fotografia del film non è migliore. Nonostante le pecche, alcune scene sono riuscite, in primis il parto; non male neppure la sequenza dell'attacco al lattaio con sangue e latte che si mischiano e il liquido scorre giù per la strada mentre l’uomo viene sbranato dal baby killer. Il film funziona assai poco circa il fattore paura, e benché l'idea della progenie malefica abbia il suo fascino, Baby killer non è una pellicola che tiene in tensione lo spettatore. Benché Cohen abbia riferito di aver sviluppato il soggetto partendo dalle controversie legate all’aborto, evitando moralismi e puntando, invece, all’intrattenimento, ciò che meglio funziona in Baby killer è il modo molto particolare con cui viene riletto il tema della paternità. Il protagonista del film passa dal misconoscere il figlio, al recuperare un affetto salvifico. Genitori e creatura sono legati indissolubilmente al di là della mostruosità del neonato. Molti hanno visto nella Baby-minaccia l'incarnazione del senso di colpa, dell'ansia e delle pulsioni di una società non più capace di controllare tali pressioni interne; non per nulla il film ha la sua conclusione nelle fogne, luogo ipogeo sotto la superficie delle normalità. Forse la lettura è un po' forzata ma, se fosse, Cohen avrebbe voluto dirci che la società che ha generato il mostro non è meno mostruosa del baby killer stesso. Bravi gli attori, benché non memorabili; James Dixon, nei panni del tenente Perkins, tornerà nello stesso ruolo anche nei due seguiti. Baby Killer è un film lento e che inizia a far sentire gli anni che ha, eppure il neonato e il verso che emette è leggenda; una leggenda che, però, si raccontano solo gli appassionati. Seguito da It lives again (1978), Baby killer III (1986) e rifatto, pare molto male, con il titolo Baby killer (2008).

TRIVIA

Larry Cohen (1936-2019) dixit: “Molti film di serie-A sono stati dimenticati da parecchio tempo; sono noiosi, lenti e sfiancanti. I film di serie-B sono dinamici, eccitanti ed energici” (IMDb.com).

⟡ Il titolo It's alive, cioè “Esso è vivo”, è preso dalla frase detta da Colin Clive quando dà vita alla sua creatura in Frankenstein (1931). 

⟡ La creatura è stata progettata da un Rick Baker a inizio carriera, effettista che poi dirigerà gli effetti speciali per il più noto video di Michael Jackson, Thriller (1983). Fra gli ultimi effetti e make-up curati da Baker: Hellboy (2004). Man in black 3 (2012), Maleficient (2014). 

⟡ Lo score musicale di Bernard Herrmann, che compose il notissimo tema di Psycho (1960), è il suo ultimo lavoro prima della morte avvenuta nel 1976.

Titolo originale

It's Alive

Regista:

Larry Cohen

Durata, fotografia

91', colore

Paese:

USA

Anno

1974

Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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