Kissed

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Voto:

Sandra Larson (Molly Parker) è stata attratta dalla morte fin da bambina. Giovane adulta, Sandra trova il suo stato dell’arte esistenziale in un’azienda di pompe funebri nella quale impara ad imbalsamare corpi e a farci l’amore, o quello che per lei è tale. Le cose, per Sandra, si complicano quando conosce Matt (Peter Outerbridge) che sembra accettare senza troppi problemi i suoi strani gusti.

LA RECE

Splendida donna necrofila. Cosa abbastanza originale ma, da qui, tutta una serie di disonestà concettuali, pur in un incarto curato e di una certa gradevolezza. Comunque non meritava tutta la sfortuna che ha patito.

Film a tema necrofilia, più curioso che riuscito, tratto dal racconto di Barbara Gowdy "We so seldom look on love", diretto da una donna e che vede al centro dell’azione una donna. Curioso perché il tema tabù in questione, spesso trattato calcando la mano sulle sue componenti ributtanti (Nekromantik, 1987) potrebbe ricevere dalla sensibilità femminile un taglio diverso. E così è, nel bene e nel male. Ben venga, ad esempio, la descrizione di un mondo un po’ astratto ed abitato unicamente da gente bizzarra, così come l’iniezione di un certo lirismo, anche in fotografia, per un tema sempre espresso come oscuro, gotico e lunare. Bene anche un certo discorso sulla difficoltà di vivere i sentimenti per chi è stralunato e “obbligato” a portare avanti il proprio discorso psicopatologico. Meno brillante, anche se tutto il discorso dovrebbe proprio vertere su quello, l’impanatura melensa e romanticheggiante, e ripetuta allo sfinimento dalla voce fuoricampo, circa la ricerca della trascendenza nell’unione affettivo-sessuale con i cadaveri. La fregatura è l’ingaggio della Parker come protagonista, benché sia il punto forte ed iconoclasta della faccenda. La Parker non è semplicemente bella. Lei ha grazia, cosa una spanna sopra la mera bellezza estetica. Da qui dovrebbe derivare un attrito con l’argomento necrofilo, anche perché la perversione dell’incantevole e incantata Sandra è tutta una poesia di uccellini morti, di gelide manine e di letture metafisiche del cadaverico. Poi c’è l’entrata in campo del tenero Matt che tenta di tutto per capire, condividere ed amare l’impossibile donna acqua e sapone (e formalina) che gli si presenta dicendogli d’emblée che a lei piace fare sesso coi defunti, e lui non arretra. Well, nobody's perfect. In questo afflato al sublime, i morti vanno sullo sfondo; e via con primi piani insistiti sul superbo volto della protagonista che poi, preghiera accolta, ci regala anche un nudo integrale mentre si fa una cavalcata col morto. Fra tanti discorsi profondi e tinteggiate astratte, neanche a Matt viene in mente di dire alla sua bella che la sua perversione non è accettabile perché non prevede la consensualità, così come tutte le perversioni davvero esecrabili. Ma Sandra, d’altronde, dice che i morti la sentono, che lei vede la loro luce energetica e altre castronerie da matta col botto, e gli altri (la) seguono. Matt, poi, finisce pure col bigolo di fuori per la disperazione di un amore impossibile. La raffinata disonestà di Kissed sta nell’aver rappresentato una psicopatologia severa come una sorta di orientamento sessuale solo un po’ diverso; lo stesso trappolone, insomma, nel quale sono cascati quelli rimasti affascinati dalla protagonista di May (2002), per dirne una. Qui come là, manca una una sottolineatura del dramma psichico, e, nel caso di Kissed, le riflessioni sulla responsabilità di una pratica che oltrepassa persino il limite della violenza poiché sceglie come vittime soggetti impossibilitati al consenso. A Kissed, però, si riconosce il merito d’aver posto al centro di un’azione intollerabile una donna che, pur rilevata come folle, non smette mai di attrarre lo spettatore così come il povero Matt. Era, comunque, una fase storica di pellicole erotico-perverse con protagoniste donne di caratura estetica elevata; mi sovviene, ad esempio, un Boxing Helena (1993) con una Sherilyn Fenn che non aveva bisogno di presentazioni. Ai tempi del Sundance Film Festival, Kissed fece clamore, poi, al botteghino, il tonfo non imprevedibile. Recuperate almeno la Parker.

TRIVIA

Lynne Stopkewich (1964) dixit: “Ci sono molti registi e studenti di cinema che ho incontrato, soprattutto ultimamente, che non guardano il cinema classico. Non studiano affatto cinema e non capiscono bene la storia del cinema o che c'è una vera e propria storia di questo linguaggio visivo che è iniziata da qualche parte. Quando chiedo loro di parlare del loro film preferito o di un film classico, per loro un classico è Pulp fiction. È un film classico, ma non è come Casablanca o Quarto potere o l'Orgoglio degli Amberson.” (montrealrampage.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Id.

Regista:

Lynne Stopkewich

Durata, fotografia

78', colore

Paese:

Canada

Anno

1996

Scritto da Exxagon nell'anno 2014; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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