Kuso
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Voto:
In una Los Angeles completamente annientata dal Big One, una serie di persone cerca di tirare avanti, affrontando le più profonde paure in una condizione di deformità fisica e ambientale. Quattro gli scenari narrativi proposti ma di difficile descrizione: Smear, Sock, Mr. Quiggle, Royal.
LA RECE
Film ad episodi in una Los Angeles devastata. Episodi di una livello di bizzarria e situazioni schifose che è difficile dire e comprendere. Certo, chi è in cerca di pellicole non mainstream è nel posto giusto. Film adatto a pochissimi.
Combo letale fra Flying Lotus e David Firth. Chi è il primo e chi il secondo. Al secolo Steven Ellison, il rapper FlyLo è un musicista e produttore con una vivace esplorazione di panorami artistici diversi che lo hanno portato a lavorare con gli Aphex Twins (coinvolti in quell’altra bizzarria che fu Rubber Johnn, 2015) e, non sorprende, con David Lynch per il video Flying Lotus feat. David Lynch: Fire is coming (2019). Il curriculum di FlyLo, che nel 2016 ha inaugurato la sua divisione filmica Brain-feeder, ben si appaia alle bizzarrie grafico-narrative di David Firth da sempre devoto ad un’animazione che, in omaggio a Lynch e Cronenberg, usa i corpi, i loro secreti e quant’altro come mezzo di rappresentazioni disturbanti. FlyLo, con 400.000 dollari incassati lavorando con Kendrick Lamar (grande nome della musica black), finanzia una sua personalissima visione filmica che nasce dal traumatico ricordo di un terremoto vissuto a Los Angeles e di come, nella sua fantasia di bambino, la gente se la sarebbe cavata in un panorama di totale devastazione. Kuso, che al Sundance Festival ha fatto scappare dalla sala parecchi spettatori - e dire che di roba sguincia lì ne passa -, non è “il film più volgare mai fatto” come qualcuno titolò ai tempi, tuttavia è uno degli esperimenti filmici più bizzarri nei quali si possa incappare, impossibile da descrivere in senso compiuto e a cavallo fra generi, tale per cui è impossibile catalogarlo. Per certi versi, lo si potrebbe considerare un portmanteau di bizzarrie, cioè una raccolta di episodi bizzarri legati da questa storia di raccordo relativa al terremoto. Di Smear si potrebbe dire che tratti di un uomo un filo sghembo (ma tutti, nel film, hanno perlomeno un sacco di pustole) che va a spalmare feci su una lingua, e poi anche su una testa, che spunta da un grosso sfintere anale nato fra gli alberi come una strana pianta. Sì, avete letto bene… Sempre che io abbia capito bene. Più chiaro il caso di Mr. Quiggle che vede un uomo, con la fobia delle tette, andare in cura in una schifosa clinica nella quale un sedicente medico fa uscire dal proprio sedere un enorme insetto le cui secrezioni devono essere bevute dal paziente a terra che, nello sforzo, si becca anche una doccia di diarrea. La cura, comunque, funziona, con grande soddisfazione del paziente che... ah, dimenticavo, per convincere l’insetto ad uscire dal deretano del medico deve improvvisare un rap. Royal, l’ultimo episodio, vede una coppia in crisi poiché lei alloggia sul collo un’escrescenza schifosa ma col dono della parola. La coppia ritroverà l’armonia dopo che questa escrescenza ciarliera avrà praticato una fellatio al ragazzo con tanto di pastosa eiaculazione. Aggiungiamoci Sock, il racconto di una ragazza che ha come amici degli esseri extradimensionali che la aiutano a gestire i problemi con un uomo indesiderato (lui spunta dal water mentre lei fa la cacca) e che la aiuteranno ad abortire; lei si fumerà il feto come fosse una pipa di crack. Insomma, se Kuso è assurdo a vedersi, pare ancora più estremo ad essere descritto. Il problema è che la linearità che si rintraccia in queste righe non è così ovvia su schermo, a parte il segmento Mr. Quiggle, e tutto risulta disordinato, sperimentale ed eccessivamente autoriale, nel senso che ciò che aveva in mente FlyLo è percolato nel film, come lui stesso entusiasticamente ammette; tuttavia, la sua visione resta giusto sua e l’assoluto accumulo di bizzarrie arriva a livelli irritanti. Se pur permanga l’ipotesi dell’esercizio di bizzarria un tanto al chilo per far girare il faro su di sé, alcune assurdità risultano deliziosamente schifose e, nota a margine, Kuso è il primo film ultra-weird ad avere come regista e attori principali degli afroamericani. Insomma, approcciare Kuso con attitudine comune, cioè quella che si adotterebbe con qualsiasi altro film, sarebbe un grave errore: si tratta di un trip post-moderno, a tratti lento e, alla meglio, straniante, che vale per il superamento delle logiche narrative e una totale immersione in quelli che FlyLo ha detto essere le sue più profonde paure ed ansie, con anche una morale: “Mostrare lo schifo in una fase storica in cui tutti cercano di essere bellissimi”. Forse così cazzaro non è. Ma è bene ribadirlo: Kuso è un film assolutamente indigeribile dal 99.9 % degli spettatori. Chi voglia osare, accompagni con l’arte di David Firth (Umbilical world, 2018).
TRIVIA
Steven Ellison (1983) dixit: “Nonostante la volgarità, c'è molta arte in questo film. Mi dispiacerebbe che questo venga trascurato solo per il fatto che nel film c'è qualcosa di disgustoso” (thefader.com).
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Id.
Regista:
Flying Lotus [Steven Ellison]
Durata, fotografia
94', colore
Paese:
USA
2017
Scritto da Exxagon nell'anno 2020; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
