Lake Bodom
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Voto:
Atte (Santeri Helinheimo Mäntylä), appassionato di misteri e cronaca nera, vuole ricreare le dinamiche dell’omicidio avvenuto negli anni ’60 sulle sponde del lago Bodom. Il giovane inviterà alla scampagnata il bad boy Elias (Mikael Gabriel), la ribelle Nora (Mimosa Willamo) e la timida e puritana Ida-Maria (Nelly Hirst-Gee) che sta passando un pessimo periodo perché qualcuno, a una festa, l’ha fatta bere e poi l’ha svergognata facendole foto erotiche mentre era in stato di incoscienza.
LA RECE
Slasher atipico, e primo horror finalnedese di gusto internazionale, sulla base di una brutta storia di cronaca nera. Colpi di scena, dinamismi, nichilismi. Ben fatto.
Slasher o non slasher, non è questo il problema. Il film di Mustonen si sviluppa sulle rive di un lake, non Crystal ma Bodom, prendendo spunto da un fattaccio di cronaca ancora irrisolto. Poteva essere l’ennesima ridicolaggine con giovani che vanno a campeggiare nel posto sbagliato ma una serie di finezze fanno di Lake Bodom un horror sufficientemente intrigante. Già sulle prime, con la tesa cena di una famiglia puritana, si percepisce che il lavoro scritto da Mustonen e Hyvärinen sarà una pellicola inusuale. Poi, pur introdotti al quartetto di protagonisti un po’ minchioni che vogliono fare il bagnetto in un lago finlandese di notte, e altre insensatezze da manuale, il potenzialmente tedioso slasher trasla verso un thriller stile the Hole (2001), con ragazze sfiziose che avrebbero bisogno di una campanatura psicologica. Twist e contro-twist per tenere incollati allo schermo e, in fin dei conti, ci si riesce pure, soprattutto nella sequenza del ritorno in macchina e del trascinamento (chi vedrà, capirà). Non vanno sullo sfondo ma, anzi, emergono positivamente la cura fotografica, certe posizioni di camera e la sinistra poesia estetica di un lago che, come l’Overlook di Shining (1980), porta ciclicamente in loco le vittime. Furbetta ciliegina sulla torta, la florida bellezza acqua e sapone di Nelly Hirst-Gee, ma pure la Willamo, come si suol dire, ci sta dentro. Un certo interessante discorso goebbelsiano sulle bugie che, ripetute, diventano verità, finisce a latere ma inscritto in un flashback di grande finezza, pure erotica. Finale così così. Non tutto torna ma piace tanto alla nuova corrente cinematografica nichilista. Non quintessenziale ma ce ne fossero di horror come Lake Bodom che, come afferma il recensore Tarmo Poussu: “è il primo horror finlandese che incontra gli standard internazionali”.
TRIVIA
Taneli Mustonen (1978): “Ammiro e guardo molto Bergman e Tarkovsky ma non voglio imitarli. La mia storia è l'esperienza cinematografica del pubblico di massa. È divertente che massa sia diventata una brutta parola” (yle.fi).
⟡ La storia si basa vagamente sugli omicidi del Lago Bodom, presso Espoo, Finlandia. Il 5 giugno 1960, due ragazze quindicenni e un diciottenne furono uccisi a coltellate mentre dormivano nelle loro tende sulle sponde del lago Bodom; un quarto diciottenne venne rinvenuto fuori da una tenda gravemente ferito. Quest’ultimo, Nils W. Gustafsson, venne anche indagato ma poi ritenuto non colpevole dei fatti. Il caso è ancora irrisolto.
⟡ La band metal finlandese dei Children of Bodom prende il nome dal lago Bodom e, soprattutto, dal drammatico caso di cronaca connesso ad esso.
Titolo originale
Bodom
Regista:
Taneli Mustonen
Durata, fotografia
85', colore
Paese:
Finlandia, Nuova Zelanda, Estonia
2016
Scritto da Exxagon nell'anno 2020; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
