Last house on dead end street

-

Voto:

Appena rilasciato di prigione, Terry Hawkins (Roger Watkins) decide di realizzare un film scioccante in modo da colpire la società. Contattati un produttore di porno, un regista e la moglie di quest’ultimo, più alcuni amici, Terry porta la crew in un edificio abbandonato in cui inizia una mattanza ripresa in diretta.

LA RECE

Pasticcio di splatter sciamannato, sadismo e modestia tecnica. Non cult, in effetti, ma se siete su questo sito, è probabile che a questo film vogliate trovare un posticino in fondo alla mangiatoia.

Oggetto oscuro, per temi e produzione, realizzato nei primi anni del ’70 ma distribuito solo nel 1977 per manovre dei distributori e, pare, ritardi seguenti alla causa intentata da un’attrice che pensò che le scene di nudo concesse a Watkins potessero incidere negativamente sulla sua carriera a Broadway. Rozzo, dilettantesco ma con una cifra esoterica, il film, nato sul mito degli snuff prodotti dalla Manson Family, guadagnò un culto sinistro nei grindhouse newyorkesi, ovvero essere un vero snuff realizzato dalla mafia messicana, anche a motivo dello pseudonimo Janos in regia, nome di un comune nello stato di Chihuahua. Nulla di tutto ciò. The Lat house on dead end street emerse dalla giovane mente ipereccitata dalle metamfetamine del 22enne Watkins che, nel dicembre 1972, e con soli 800 dollari, si organizzò con alcuni studenti e professori per girare un horror usando una Super 8 che gli aveva regalato niente meno che Otto Preminger. Il director’s cut del film, ormai andato perduto, durava circa tre ore ed era titolato At the hour of our death o, alternativamente, the Cuckoo clocks of hell, una versione integrale mai accettata dai distributori, i quali, ridotta la durata a 80 minuti, lo rilasciarono nelle sale nel 1977 (senza neanche avvertire Watkins!) come the Fun house e, poi, con un titolo che cercava di capitalizzare tardivamente su l’Ultima casa a sinistra (1972), incentivando le voci della sua natura illegale, cosa falsa, e ancor più violenta di Snuff (1975), cosa vera. Il mito, foraggiato da storie incredibili di cinema messi a ferro e fuoco dagli spettatori inorriditi dalla visione, venne però presto “snuff out”, e del film, così come di coloro che lo avevano realizzato, non si seppe più nulla per anni, lasciando che il mondo godesse del lavoro di Watkins solo grazie ad un bootleg derivato da un VHS sudamericano, il famigerato “Venezuelan rip”. Fu solo intorno al 2000 che Watkins, prestato all’industria del porno per sbarcare il lunario, riemerse e iniziò a parlare del suo vecchio lavoro, un horror sperimentale senza troppi cascami morali o intellettuali, rozzo come può esserlo un film d’esordio di chi non ha né soldi né particolari doti artistiche, con dialoghi improvvisati sul set e doppiati. Eppure qualcosa di inquietante, in Last house on dead end street lo si respira. Certo, occorre essere spettatori adusi al cinema underground, tapparsi il naso di fronte a una linea narrativa esile e tutte quelle cose del cinema casereccio. Tuttavia, a Watkins si riconosce l’invenzione di alcune sequenze bizzarre tanto quanto perverse che colpiscono l’immaginario e lì rimangono: il volto mascherato dei sadici, la sezione finale con lo smembramento della donna (la parte “snuff”) ma, soprattutto, la ragazza a seno nudo che si mette una zampa di capriolo fra le gambe a mo’ di pene per obbligare un uomo ad una peudo-fellatio in odore di tregenda. Pasticcio di splatter sciamannato, sadismo e modestia tecnica, Last house on dead end street è ridotto ormai a cult solo per chi ha cultura underground, poiché, come per altre nefandezze ctonie (Bloodsucking freaks, 1976) è la sua natura grezza e la sua storia produttiva tortuosa a riscuotere interesse più di quanto lo possano i meriti come pellicola. Però, dispiace per Watkins che il mondo del cinema non gli abbia offerto altre possibilità a parte il budello della pornografia; non gli mancava né visione né fegato.

TRIVIA

Roger Michael Watkins (1948 - 2007) dixit: "Con questo film cercavo di dire: "Guardatemi. Ho 22 anni e so come fare un film. E so come farne uno diverso dagli altri". Scoprii, in seguito, che per il cinema mainstream questo è un concetto pericoloso […] Il budget del film era di 1500 dollari, comprese le anfetamine, il cibo e l'affitto. La chiave per fare un film a basso budget è sfruttare al massimo quello che si può ottenere gratuitamente. Avevo le location e i miei amici, tutti laureandi o professori. Dico in tutta modestia che ero perfetto per la parte. In realtà, è stato un produttore cinematografico cecoslovacco a suggerirmelo." (IMDb.com).

⟡ Dei 3000 dollari di budget iniziale, ne rimasero da utilizzare per il film solo 800 dato che la differenza venne usata da Watkins per comprarsi droghe varie. 

⟡ Lo score musicale del film fu ricavato da stock acquistati da uno studio di registrazione newyorkese. 

⟡ La voce fuoricampo che, nel finale, ci fa sapere che gli assassini sono stati catturati e condannati a 999 anni di carcere, venne aggiunta dal distributore Leon Fenton con l’idea che le esecrabili azioni dei protagonisti del film non dovessero risultare impunite. Il regista Watkins disse che quella soluzione aveva rovinato l’intero film.

Titolo originale

Id.

Regista:

Victor Janos [Roger Michael Watkins]

Durata, fotografia

78', colore

Paese:

USA

Anno

1972

Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

commercial