Mako - lo Squalo della morte
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Voto:
Il successo di pubblico seguente all’uscita de lo Squalo (1975) di Spielberg fu enorme; un film che portò quasi un terzo dell’intera popolazione statunitense di allora nelle sale cinema. Che emergessero emuli ed accoliti del pesce assassino era ovvio, quasi necessario. Detto, fatto: l'anno dopo, in fretta e furia, l’exploitationer William Grefé, che già aveva parlato di killer marini (il mostro-medusa di Sting of death, 1966), confeziona Mako, che tutti penseremmo essere stato scritto in seguito alla visione de lo Squalo e, invece, venne scritto prima del lavoro spielberghiano ma Grefé non era riuscito a trovare nessun finanziatore, finché non si ebbe l’hype seguente al successo del film Universal. La cosa pare verosimile perché, se Mako fosse stato semplicemente un emulo, i punti di contatto nella costruzione del plot sarebbero stati di certo superiori a quanto mostrato qui, film in cui, invece, ci viene presentata una storia di poteri ancestrali che connettono l’uomo all’animale selvaggio. Sonny Stein (Richard Jaeckel), scampato miracolosamente a un attacco di squali, riceve da uno stregone filippino un medaglione magico che gli conferisce l'immunità dai predatori marini. Questo bricolage mitologico conferisce al protagonista del racconto l’aura dell'uomo civilizzato riconciliato con la natura primordiale (cfr. l’Uomo chiamato cavallo, 1970). A partire da questo presupposto, Sonny crea una comunità di squali (tigre non mako!) con i quali va più d’accordo che con gli umani. Questo è verosimile. La crisi narrativa esplode quando i proprietari del Rustic Inn, e pure la bella Karen (Jennifer Bishop), raggirano Stein, convincendolo a noleggiare i suoi squali per esperimenti e spettacoli commerciali. Grefé gira nella sua Florida, con gli squali usati un po’ come fossero alligatori al comando di un uomo che non riesce a farci paura e che, anzi, mostra una grande sensibilità verso gli amati pescioloni; le sue vendette contro i villici, ricconi obesi e una donna di grande grettezza (la Bishop dell’exploitation Sesso in faccia, 1971… sì, la distribuzione italiana la tocca sempre piano…) se lo meritano di finire maluccio. La storia è di qualche interesse e il finale è sufficientemente mesto; tuttavia, la messa in quadro di Grefé è tragica, dalle luci, alle scenografie, all’editing, e pure i dialoghi suonano da romanzo pulp. Ecco, forse quel mood sudaticcio e corrotto delle aree della Florida è l’unica cosa che potrebbe essere salvata. Personalmente, di tutto il film trattengo in memoria solo l’inaspettata presenza dell’attore John Davis Chandler, qui in un ruolo fuffa, che ho imparato ad amare nei panni del maniaco di esplosivi Eddie Kane nella puntata del mio amatissimo serial Colombo: Un killer venuto dal Vietnam (S3-E5, 1974). Film francamente dimenticabile anche sen non brutalmente sconsigliabile; visto poco ai tempi, visto ancor meno oggi.

Fast rating
Titolo originale
Mako: The Jaws of Death
Regista:
William Grefé
Durata, fotografia
86', colore
Paese:
USA
1976
Scritto da Exxagon nell'agosto 2025; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0