Malum

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Voto:

Inciampo in Malum prima di Last Shift (2014) del quale, essenzialmente è riproposizione e, a detta dei dotti, male in arnese rispetto al riferimento. Jessica Loren (Jessica Sula), giovane recluta di polizia, si offre volontaria per l'ultimo turno di guardia in una stazione dismessa: lo stesso luogo dove, un anno prima, suo padre Will (Eric Olson) aveva compiuto una strage tra i colleghi prima di togliersi la vita, e dopo aver smantellato il culto del “Gregge del Basso Dio” guidato da John Malum (Chaney Morrow). La trama si sviluppa attraverso una progressiva erosione dei confini tra realtà oggettiva e manifestazione soprannaturale. L'anniversario del massacro diventa catalizzatore di un ritorno del rimosso: le vittime del culto, le colpe paterne, la dimensione demoniaca soppressa. Jessica cerca risposte nell'armadietto paterno ma trova, invece, una verità che trascende la razionalità investigativa. Il dispositivo tragico del film, una discesa infernale nella psiche e nella memoria collettiva di una famiglia segnata dal trauma, si attiva attraverso una marginalizzazione progressiva della protagonista operata dai colleghi del dipartimento, i quali la trattano con superficialità e ignorano le sue chiamate d'emergenza una volta che hanno compreso che lei è figlia di un poliziotto che fece strage di poliziotti. DiBlasi costruisce la stazione di polizia come un labirinto psico-geografico che diviene esso stesso antagonista: piastrelle blu d'epoca vintage, i corridoi scarsamente illuminati, effetti stroboscopici di luci sfrigolanti creano una topografia dell'incubo che richiama tanto Carpenter (Distretto 13: le brigate della morte, 1976) quanto l'estetica videoludica di certi sparatutto in prima persona o degli horror-games. Lo slow-burn narrativo, che aveva caratterizzato il film del 2014, lascia qui il posto a visioni di orrore settario che progrediscono verso una sorta di orrore cosmico, con tanto di rivelazioni visive mostruose (un po’ riecheggia The Void, 2016), ovvero divinità demoniache che ci ricordano il fatto che DiBlasi fu discepolo di Clive Barker (Hellraiser, 1987). Malum si configura come un esperimento che solleva interrogativi sulla pratica del remake autoriale a distanza ravvicinata. Era necessario? Probabilmente no, ma DiBlasi dimostra che lo stesso materiale narrativo può generare esperienze radicalmente diverse modificando i parametri stilistici. Malum, probabilmente, funziona meglio per chi non ha mai visto Last Shift, offrendo una versione più sanguinosa che sacrifica parte dell'efficacia psicologica del predecessore a favore di un'intensità viscerale. Per me, comunque, non così essenziale.


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Titolo originale

Id.

Regista:

Anthony DiBlasi

Durata, fotografia

90', colore

Paese:

USA

Anno

2023

Scritto da Exxagon nel dicembre 2025 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0