Mondo bizarro

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Voto:

Film documentaristico.

LA RECE

Collage audiovisivo che sfida deliberatamente ogni pretesa di autenticità documentaristica, ovvero l'anti-documentario consapevole. Sull'onda del genere mondo di casa nostra, una forma di turismo voyeuristico per il pubblico medio americano.

Un film per il quale non ci si è premurati neppure di accreditare un regista è già, di per sé, qualcosa di bizzarro; il vero problema, però, è che le particolarità di Mondo bizarro iniziano e finiscono giusto qui. Prodotto da Bob Cresse, uno dei prìncipi dell'exploitation, Mondo bizarro sfrutta la risonanza del sostantivo più noto nel giro dei documentari scioccanti ma si distingue dalle produzioni italiane che hanno creato e cementato il genere. L'ispirazione, per Cresse e Frost, sono i nudie-cutie degli anni Cinquanta e i roughie o kinky del '60, perciò, la sintesi offerta prevede immagini rubate alla quotidianità con donne che si denudano, affiancate a situazioni più spinte; nulla, comunque, che possa galvanizzare l’attuale porn-generation. Mondo bizarro venne prodotto contemporaneamente a Mondo freudo e, in effetti, è impossibile porre una netta distinzione fra le due pellicole: la differenza maggiore si limita al pacchianissimo globo appeso al filo che in Mondo bizzarro è utilizzato come segmento di transizione fra le scene. Il tono generale del film, che si basa sostanzialmente su nudi femminili e sul desiderio maschile per questi, è leggero e scherzoso, le immagini sono accompagnate per la maggior parte da uno score musicale rock non sgradevole, tranne in alcune sezioni nelle quali la musica diventa risibilmente drammatica. Il film si apre con una finta telecamera nascosta in uno spogliatoio femminile e, poco coerentemente, prosegue con i riti voodoo alle Bahamas. Quindi, la scena passa in Giappone che, a detta dei "documentaristi", nel 1966 vantava 7220 centri massaggio; in uno di questi, la muscolatura di un cliente viene tonificata a colpi di uova fresche. Poi, si passa ad Hollywood dove un negozio di reggiseni ci mostra i nuovi arrivi. A Sydney, Australia, vediamo un uomo che sa guarirsi da solo con la meditazione e un altro che sgranocchia bottiglie. Si torna in California, luogo in cui incontriamo prostitute, poi gente che protesta contro la guerra in Vietnam e, infine, artisti che fanno sculture di nudi femminili. In Germania, intanto, una ragazza recita nei panni di una poveretta fustigata da due SS; in nuce, la tematica poi sviluppata pienamente da Cresse e Frost con Camp 7: lager femminil (1969), pellicola che ha dato vita al sottogenere naziploitation. Gran finale con la vendita delle schiave in Libano che, però, rivelo essere il Bronson Canyon in California, location di molti film fantascientifici anni '50/'60. Mondo bizarro è bizzarro, sì, ma per lo stile realizzativo, ed è un interessante prodotto giusto per gli instancabili cercatori di pellicole exploitation d'annata. Visto questo, potete evitare di sorbirvi Mondo freudo, e vale anche il contrario.

TRIVIA

David “Lee” Kayne “Frost” (1935-2007) dixit: “Lascia che ti spieghi il mondo: è cambiato. Non siamo più le stesse persone di una volta e non è più la stessa industria di una volta. Facevamo piccoli film, li rifinivamo e li mettevamo sullo schermo. Be’, non è più possibile metterli sullo schermo, quindi non c'è più motivo di fare piccoli film. Dove li proietterebbero? Avrei potuto fare film porno ma non volevo farli. Così mi sono fermato... come la maggior parte di noi” (IMDb.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Id.

Regista:

R. Lee Frost (non accreditato)

Durata, fotografia

80', colore

Paese:

USA

Anno

1966

Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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