Mondo Freudo
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Voto:
Film documentaristico
LA RECE
Titolo fuorviante sia circa la psicanalisi, sia circa la dimensione del classico mondo-movie. Questo lavoro di Frost, gemellato con Mondo Bizarro, è più simile a un nudie cutie.
Titolo eccezionale, soprattutto perché Freud non c’entra nulla. Filmato nel 1966 contemporaneamente a Mondo bizarro (1966), Mondo freudo venne girato da Lee Frost, pilastro dell'exploitation, e prodotto da Bob Cresse fondatore della Olympic Production, casa specializzata nei nudi-cuties e nei kinkies. Chino alle esigenze del produttore, Frost gira un film distante dalle atmosfere dei classici mondos all'italiana e lo rende un documentario erotico troppo simile ai nudies, con un sacco di signorine disinibite che vivono su un pianeta in cui la libidine è l'olio che fa scorrere gli ingranaggi; non mancano situazioni tipiche del kinky o roughie con qualche scena di frustate. Il problema è che, senza una meta specifica, il film accumula scene di nudo (neppure integrale) e, dopo mezz'ora, si è già tramortiti dalla noia. In tutti i casi, il piatto forte dello pseudo-documentario è presentato all'inizio: piazzata a ridosso di una lunghissima spiaggia statunitense, una cinepresa con un teleobiettivo fallico di ben 1000 mm di focale, addizionata da “una lampada speciale usata dai militari”, penetra il privato notturno delle coppiette che amoreggiano sulla battigia. Voyeurismo nudo e crudo realizzato in un finto infrarosso che null'altro sarebbe se non la pellicola virata su toni rossastri. Segue puntatina a Hollywood con locale strip e tale Baby Bubbles; va da sé che le bubbles della signorina sono le sue mammelle equipaggiate di copri-capezzoli con pendaglio rotante. Non male. Da Los Angeles a Londra, con altro strip club e notizie su come in Regno Unito sia regolamentato lo spogliarello. Poi si passa al Watusi Club di San Francisco in cui si dipingono corpi nudi. A Tijuana, invece, causa povertà, le ragazze vengono vendute come schiave e obbligate alla prostituzione. Dal Messico si torna in Usa e precisamente a New York City: ci viene mostrata una messa nera fintissima e alcune prostitute filmate con telecamere nascoste. È poi il turno del Giappone con locale sadomaso-bondage e, per concludere, si approda in Germania con l'immancabile lotta nel fango. Frost e Cress cercano di cavalcare l'enorme onda di pubblico rimasta stregata e invischiata dal genere mondo ma, abituati come sono con i nudies, non ne sanno interpretare l'essenza e finiscono per costruire una sfiancante carrellata di donnine discinte, la maggior parte delle quali, perlomeno, è molto più bella di quanto di solito si vede nei mondos. Come nudie cutie potrebbe anche andare ma come mondo movie è noiosissimo.
TRIVIA
⟡ Il produttore Cresse ebbe il merito cinematografico di dare vita al filone naziploitation con il film Camp 7: lager femminil (1969) sempre diretto da Frost.
⟡ Rapito dall'ipnotico roteare dei copricapezzoli di Baby Bubbles me ne sono innamorato, cinematograficamente parlando. Ho quindi cercato notizie di questa spogliarellista anni '60 temendo che, come al solito nei documentari erotici, il personaggio fosse inventato insieme al locale che la ospitava. No, Baby Bubbles è esistita veramente: al secolo Elaine Jones alias Corky Dunbar, lavorava davvero come spogliarellista e, oltretutto, compare anche in Touchables (1961), Erotica (1961), Mr. Peters Pets (1963), Hollywood's world of flesh (1963), altro mondo movie di Cresse e Frost, e Forbidden (1966). Nessuno sa che fine abbia fatto Baby e le sue Bubbles.
Titolo originale
Id.
Regista:
R. Lee Frost
Durata, fotografia
76', b/n
Paese:
USA
1966
Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
