Camp 7 - Lager femminile

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Voto:

Le agenti segrete Linda Harman (Maria Lease) e Grace Freeman (Kathy Williams) vengono mandate in un campo di concentramento nazista per scoprire che fine ha fatto una scienziata lì trattenuta. Per poter penetrare i segreti del famigerato Camp 7, adibito per sollazzare i militari tedeschi, le due, fatte prigioniere, dovranno subire gli stessi abusi sessuali subiti dalle altre detenute.

LA RECE

Con Camp 7, dal calderone exploitation e dalle tematiche delle pellicole roughies, emerge il genere naziploitation o eroSSvastica, come si dice qui da noi. Film truce per filologi.

Film culto non per qualità intrinseche ma per essere il capostipite del vituperato sottogenere exploitation noto come naziploitation o nazi-porno o eroSSvastika, i cui accoliti mostrano, con qualche soggettiva variazione, un gruppo di donne fatte schiave e torturate, soprattutto sessualmente, dai nazisti in campi di concentramento o bordelli. Il tema lercio della sessualità sadica del Terzo Reich e delle donne in catene sobbollì qualche tempo dopo questo exploit di Frost scritto da Bob Cresse, per impiattarsi con la nascita della Ilsa di Don Edmonds (Ilisa la belva delle SS, 1975) che vedeva cortocircuitare la misoginia in storie nelle quali le donne erano vittime e carnefici. Noi italiani divenimmo sopraffini seguaci del subgenere, sia nei piani alti (il Portiere di notte, 1974; Salò o le 120 giornate di Sodoma, 1975; Salon Kitty, 1976;) sia in quelli bassini (la Bestia in calore, 1977). In epoca di boom exploitation, per Cresse e Frost non fu difficile combinare un'idea emersa nel '63 durante una riunione (un campo di concentramento come luogo di torture), l'hate-movie, ovvero la pellicola che attacca una fazione (in questo caso i nazisti) e le suggestioni sadomaso derivanti dal genere kinky o roughies con donne esposte e violate (White slaves of Chinatown, 1964). Qui, ancora ai prodromi, non si calca troppo la mano sul sadismo come poi faranno gli emuli, ma è comunque evidente, da buon exploitation quale è, che la drammatica storia delle due agenti segrete, disposte a spacciarsi come detenute e farsi violentare dai nazi, è tutto un pretesto (alcuni dicono tratto da una storia vera) per istruire scene sessuali neppure troppo scollacciate se viste oggi. Certo, il luridume dell'aguzzino che sevizia la poveretta c'è già tutto. Bob Cresse, peraltro, si ritaglia il ruolo centrale del viscido comandante e fa anche un discreto lavoro. Di fatto, la convinzione dei partecipanti non manca ma, con tutta evidenza, mancavano i soldi e anche la tecnica, sicché Camp 7 è ridotto a un filmetto di potenziali tediosità. Svetta, come quintessenza dell'assurdo e dell'exploitation, una delle scene iniziali: Linda e Grace sono in presenza degli alleati che le infiltreranno nel Camp 7 e che le istruiscono sul fatto che loro dovranno concedere ai nazisti favori sessuali senza troppo protestare; seduta stante, viene chiesto loro di cambiarsi d'abito davanti ai commilitoni: "Penso che capirete che da questo momento in poi, non ci sarà più tanto spazio per il pudore; quindi, cambiatevi". Può fregiarsi, comunque, di un tot di ban e tagli, e ancora oggi la BBFC inglese si rifiuta di dargli un certificato di censura. Per Camp 7 è un vanto. Must per i filologi dell'eccesso.

TRIVIA

Lee Frost (1935-2007) dixit a proposito di ciò che, negli anni '90, lo convinse a smettere di girare film: "Lasciate che vi spieghi il mondo. È cambiato. Non siamo più le stesse persone di una volta e non è più la stessa industria di una volta. Facevamo piccoli film, li mettevamo insieme e li buttavamo sullo schermo. Be', non si possono più mettere sullo schermo, quindi non c'è più motivo di fare piccoli film. Dove li si potrebbe proiettare? Avrei potuto fare porno ma non volevo farli. Così ho smesso, come la maggior parte di noi" (IMDb.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Love Camp 7

Regista:

Lee Frost

Durata, fotografia

96', colore

Paese:

USA

Anno

1969

Scritto da Exxagon nell'anno 2009; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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