il Mostro della Laguna Nera
-
Voto:
In Amazzonia, alcuni studiosi scoprono che in una laguna vive un umanoide anfibio. La cattura dell'essere ha inizialmente successo ma il mostro riesce a liberarsi facendo alcune vittime. La creatura del Black Lagoon ha le idee chiare e i sensi accesi: desidera Kay (Julie Adams), la compagna di uno dei due coraggiosi biologi.
LA RECE
Mostro Universal peculiare che fonde il linguaggio del monster movie con una sorprendente sensibilità da gotico acquatico. Le sequenze subacquee operate da Mozert fondono minaccia e seduzione in una coreografia predatoria.
Pietra miliare del monster-movie dai dialoghi melò, gli effetti sempliciotti, un bianco e nero nostalgico ma, soprattutto, uno dei mostri classici della Universal più stranamente affascinanti, sia per l'aspetto che veicola una strana e non immediata virilità (rimarcata dal suo desiderio verso Kay), sia facendosi peculiare sublimazione delle ansie della Guerra Fredda in una narrazione che, come nota Linda Williams in "When the Woman Looks", trasforma il mostro in oggetto dialettico tra attrazione e repulsione. Il film, con tutti i suoi amati difetti, ottenne già al tempo un discreto successo che portò all'immediata produzione di due sequel (a Vendetta del mostro, 1955; il Terrore sul mondo, 1956); la critica ne fu meno entusiasta ma, col tempo si è proceduto a una rivalutazione che ha elevato la pellicola al rango di cult. La creatura anfibia muove a simpatia più che allo spavento ed è facile, prima della fine della storia, parteggiare per essa piuttosto che per l’eroe umano; in fondo, ciò che vuole la bestia è solamente un incontro ravvicinato con la bella di turno - desiderio empaticamente comprensibile per la sua qualità umana - la quale proverà anche una certa pena per l'essere; un rimaneggiamento de “La Bella e la Bestia” con eco del possibile-impossibile rapporto donna e mostro visto anche in King Kong (1933). Storica la scena della nuotata della protagonista, la qua-le, come nessuno al mondo oserebbe, fa le vasche in una palude amazzonica mentre il mostro, sotto il pelo dell'acqua, nuota con lei e muove le mani nella direzione della donna esprimendo così il suo desiderio. Numerosissime e ben realizzate le riprese subacquee, validi gli attori e sostenuto il ritmo, tale che la storia, pur essendo priva di colpi di scena, non annoia mai. Interessante anche per la figura "sovversiva" di Kay, non la classica damsel in distress ma un personaggio dotato di agency propria. La creatura anfibia, per la sua natura antropomorfa e per i suoi sentimenti umani non minacciosi, conoscerà una certa e discontinua fortuna al cinema fino ai nostri giorni con Hellboy (2004) e la Forma dell'acqua - the Shape of water (2017) benché non si tratti esattamente della stessa creatura raccontata da Jack Arnold a cui, peraltro, fu dato nome “Gill Man”, ovvero “uomo branchia”, una delle prime articolazioni cinematografiche dell'"altro ecologico", precursore di quella sensibilità ambientalista che troverà piena espressione decenni dopo. Pare che la Universal abbia messo in cantiere (da anni) un remake ufficiale.
TRIVIA
Jack Arnold (1916-1992) dixit: “Adoro la fantascienza. Da giovane compravo tutte le riviste pulp. Le amavo. Sono stato molto contento quando mi hanno assegnato la regia del mio primo film di fantascienza perché ero ancora un fan accanito. Più facevo questo tipo di film e più mi piaceva perché lo studio mi lasciava in pace. Fortunatamente, nessuno negli studios, a quel tempo, era esperto nella regia di film di fantascienza, perciò io ho affermato di esserlo. Naturalmente non lo ero ma loro non lo sapevano. Quindi non abbiamo mai avuto discussioni” (IMDb.com).
⟡ A Ricou Browning, nuotatore e sub professionista che aveva il ruolo del mostro, venne richiesto di nuotare in apnea per almeno quattro minuti. La logica del regista voleva che il mostro respirasse attraverso le branchie e, quindi, non si sarebbero dovute vedere bolle dalla bocca o dal naso, quindi neppure il costume del mostro aveva una tasca nascosta per le bombole. Nei due sequel non si diede importanza a questo particolare e l'aria espirata è visibile sott'acqua.
⟡ In effetti, furono due gli stuntmen che interpretarono la Creatura e quindi furono due i costumi del mostro. Ricou Browning fece le scene sott'acqua con un costume più chiaro e riflettente, mentre Ben Chapman era la Creatura fuori dall'acqua con un costume più scuro. Parlando sempre del costume, disegnato da Milicent Patrick, gli occhi facevano parte integrante di esso e, quindi, l'attore che lo indossava vedeva poco o nulla. Per la produzione del sequel, le cose migliorarono.
⟡ Jenny Clarck dell'Università di Cambridge scoprì un fossile anfibio in un luogo che un tempo fu una fetida palude e lo chiamò Eucritta melanolimnetes, letteralmente "la vera creatura della laguna nera".
⟡ William Alland, produttore del film, partecipò a una discussione con Orson Wells e Gabriel Figueroa, noto direttore della fotografia, nella quale quest'ultimo raccontava la leggenda di una creatura umanoide che si diceva vivesse in Sud America. È da questo racconto che ha avuto origine l’idea del film.
⟡ La Creatura apparve, con il nome di "Zio Gilbert", in una puntata della serie televisiva i Mostri (the Munsters, 1964-‘66).
⟡ La struttura fisica della Creatura fu modellata ispirandosi alla statuetta degli Oscar.
Titolo originale
Creature From The Black Lagoon
Regista:
Jack Arnold
Durata, fotografia
79', b/n
Paese:
USA
1954
Scritto da Exxagon nell'anno 2006; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
