Mum & Dad
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Voto:
Lena (Olga Fedori) è una giovane polacca che trova lavoro co-me donna delle pulizie nell'aeroporto di Heathrow (Londra). Una sera, Lena perde il bus per tornare a casa e viene invitata dalla dolce Birdie (Ainsley Howard) e da suo fratello muto Elbie (Toby Alexander) a stare a casa loro. Accettare la proposta si rivelerà una pessima scelta perché a casa la aspettano Papà (Perry Benson) e Mamma (Dido Miles), due folli maniaci sessuali e serial killer. Mum reclama Lena come suo oggetto privato e la ragazza, per poter sopravvivere, dovrà entrare nei meccanismi perversi della famiglia.
LA RECE
In uno spazio-limbo, terra di nessuno le routine familiari più banali diventano rituali di terrore. Un Ken Loach deturpato e deformato: c'è qualcosa di politico nel modo in cui la famiglia diventa unità di sfruttamento economico e violenza sociale.
Piccolo horror britannico che, con pochi mezzi, approda nel territorio dell'iperviolenza raggiunto da molti altri film ma, questi ultimi, con un esborso assai maggiore o con risultati non migliori. Il primo lungometraggio di Steven Sheil, più impegnato come direttore della fotografia, è una sciabolata nello stomaco che non ha, comunque, la sua forza nell'idea di base. Mum & Dad è, infatti, l'ennesima rielaborazione della famiglia assassina scompensata che da Non aprite quella porta (1974) ha fatto molteplici proseliti. Il film di Hooper, figlio dei suoi tempi, risentiva della forte influenza dei monster movie dei decenni precedenti e, quindi, il suo potenziale orrorifico si con-centrava molto sulla dimensione mostruosa dei suoi protagonisti. Mum & Dad, figlio del torture-porn, vira il discorso della famiglia caricaturale verso gli estremi lidi del sesso e della sevizia, cosa che rende la pellicola indigesta ai più. Il film è zeppo di situazioni disturbanti ed altre al limite del bizzarro, vedi la famiglia riunita in cucina per colazione con la tv accesa su un porno. Ciò che evita al lavoro di Sheil di precipitare nello stereotipo o nel mero accumulo è la più che buona caratterizzazione dei personaggi. Gli attori fanno tutti un pregevole lavoro, soprattutto Perry Benson nel ruolo del nauseante Dad che accoglie Lena masturbandosi con un pezzo di carne, probabilmente umana, e che, quando parla, immancabilmente sputa. A magnificare l'atmosfera irreale, violenta e isolata si aggiunga il notevole lavoro alle luci di Jonathan Bloom e le scenografie di Jess Alexander che costruiscono un ambiente malsano illuminato da colori acidi. L'avulsione della storia da qualsiasi contesto esterno trova il suo corrispettivo nel fatto che l'azione si svolge nell'interzona aeroportuale, una terra di nessuno, sorta di limbo nel quale la protagonista viene intrappolata per un tempo scandito solo dal rumore degli aerei che sorvolano la casa dei folli coniugi. Mum & Dad manca di score musicale, manca di pietà umana, manca di logica e porta la de-formazione dell'icona del nucleo famigliare a una distorsione tale da risultare davvero disturbante. Il quadretto della famiglia che festeggia il Natale con un tronco umano appeso al muro addobbato a festa è sicuramente un eccesso visivo, in qualche modo anche bellamente gratuito ma, nondimeno, è una sequenza orrorifica che ha una sua forza e che difficilmente può essere dimenticata. Il plauso maggiore rimane, però, quello diretto agli attori che hanno reso speciale qualcosa che rischiava di sembrare un esercizio di stile in crudeltà. Senza dimenticare la capacità del regista e del reparto tecnico di tirare fuori da pochi soldi un prodotto di indubitabile qualità. Solo per spettatori con la cotenna spessa che lo potrebbero guardare in double-bill con the Human centipede II - full sequence (2011), data la comunanza fra i due disgustosi protagonisti maschili.
TRIVIA
Steven Sheil dixit: “Mi piacciono i film di genere perché li leggiamo a livello di storia; sono già di per loro staccati dalla realtà, quindi ci permettono di leggere molti altri livelli. Penso che l'idea centrale del film dell'orrore sia "perché ci facciamo del male l'un l'altro?" ed è una domanda che penso sia sempre rilevante e che ha sempre una risposta complessa. Credo che il mio concetto di male sia che si tratta solo di un altro modo di pensare, così che i personaggi dei miei film tendono ad essere persone/entità che hanno visioni del mondo distorte. Il mio interesse è per come queste visioni del mondo sono diventate contorte, e dove conducono coloro che le possiedono” (horrorchannel.co.uk).
⟡ Il film è vagamente ispirato ai fattacci riguardanti i coniugi killer Frederick West (1941-1995) e Rosemary Letts (1953) che, fra il 1967 e il 1987, torturarono e uccisero almeno 12 ragazze. I due fecero i loro porci comodi fino al 2 agosto 1992, quando una delle figlie della coppia confessò ad alcuni compagni di scuola che il padre la stuprava e filmava le scene. Una delle amiche riferì ai genitori e questi alla polizia. Il 6 agosto 1992, la polizia arrivò a casa West e arrestò i due con l'accusa di stupro; insospettita per la sparizione di un'altra figlia e tenuto conto del fatto che Fred scherzava con i colleghi sul fatto di averla seppellita in giardino, la polizia ottenne un mandato per scavare in giardino e vi trovò alcuni resti umani; questo nel ‘94. Il 1° gennaio 1995, Fred West, che aveva confessato i delitti, s'impiccò in carcere in attesa del processo; alla sua cremazione erano presenti solo tre testimoni. La moglie, invece, negò di essere implicata nei crimini ma, nell'ottobre 1995, venne condannata al carcere a vita per 11 omicidi e, secondo il principio del “whole life tariff” applicato dal giudice vista la natura perversa dei crimini, Rosemary non potrà mai più uscire di prigione. Nell'ottobre 1996, la casa dei West è stata rasa al suolo e trasformata in una zona pedonale; i mattoni che componevano la casa sono stati sbriciolati uno ad uno in modo da non incoraggiare forme di morboso collezionismo.
Titolo originale
Id.
Regista:
Steven Sheil
Durata, fotografia
84', colore
Paese:
UK
2008
Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
