the Mummy’s Ghost

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Voto:

Yousef Bay (John Carradine), sacerdote del culto di Akran, si reca in USA per recuperare la mummia di Ananka (Ramsay Ames) amata da Kharis (Lon Chaney Jr) che, intanto, è stato riportato in vita da un egittologo. Braccati dalla polizia, Bay e Kharis fanno migrare lo spirito di Ananka nel corpo di Amina (Ramsay Ames) per poi rapirla e riportarla in Egitto.

LA RECE

Lontano dalla memorabilità, eppure la stanchezza formulaica genera qua e là, inaspettatamente, momenti di inaspettato lirismo.

Formulaico terzo sequel della saga targata Universal nata con la Mummia (1932). Alla regia, l’austriaco oriundo LeBorg che avrà il suo brillante e non breve avvenire fra il ’20 e il ’70 come regista di B-movie. Il suo routinario lavoro, nel caso specifico e sotto i dettami della Universal, fu dirigere nulla più che un sequel privo della voglia di immettere nuova linfa nella storia ma che, invece, sprema all’ultima goccia l’interesse del pubblico per il mostro bendato. Tecnicamente, il film non è malvagio ma gli spunti interessanti sono davvero troppo pochi; in più, chi decidesse di vederlo, si prepari alla lingua originale dato che il film non è mai passato nelle sale italiane. Salvabile, perché di solido mestiere, l’interpretazione di John Carradine. C'è anche un sottotesto sorprendentemente progressista nella rappresentazione della relazione interrazziale tra Amina e Tom (Robert Lowery), anche se la storia, alla fine, punisce questo tentativo di transgressione interraziale con la trasformazione letterale dell'eroina in una mummia. La conclusione del film, con le due mummie che sprofondano nelle sabbie mobili della palude, esprime una sua peculiare malinconia: non solo è un'immagine di orrore e una strana versione dark di romanticismo gotico, ma pare anche metafora della saga stessa; uno dei pochissimi film Universal, tra l’altro, in cui la protagonista, alla fine, muore. Evitabile. Segue the Mummy’s curse (1944).

TRIVIA

Reginald Le Borg (1902-1989) dixit: “[sul cinema “moderno” del 1989] Gli stipendi sono folli. E avete visto i titoli di coda nei film recenti? Du-rano cinque minuti! Il gofer, cioè il tizio che ti porta il caffè, è accreditato. È come se si comprasse un'auto e tutti quelli che hanno lavorato all'auto avessero il loro nome lì dentro! E i produttori ora non sanno nulla delle storie, sono avvocati. Non conta la storia che raccontano ma l’accordo che stipulano” (IMDb.com).

⟡ La produzione fu fiaccata da una serie di incidenti sul set. Inizialmente, per il ruolo di Ananka, venne ingaggiata Acquanetta, al secolo Mildred Davenport (1921-2004), la quale, però, il primo giorno di riprese, cadde e si procurò una commozione cerebrale. Nella scena in cui Kharis mette a soqquadro il museo, Lon Chaney Jr. diede un pugno a un vetro che il tecnico si era dimenticato di sostituire con uno di scena, con il risultato che una scheggia ferì il mento dell’attore e, quindi, il sangue che si vede in quella sequenza è vero. Inoltre, Lon Chaney Jr. esagerò nella scena nella quale doveva strangolare Frank Reicher, anche se la visione della genuina reazione di quest’ultimo viene bloccata dal corpo di Chaney; il veterano e professionalissimo Reicher si limitò a urlare “Mi ha quasi ucciso!” ma non denunciò Chaney e si presentò il giorno dopo sul set con degli ematomi sulla gola.

Titolo originale

Id.

Regista:

Reginald Le Borg

Durata, fotografia

61', b/n

Paese:

USA

Anno

1944

Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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