der Nachtmahr
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Voto:
Dopo una serata techno alterata da alcol e droghe, Tina (Carolyn Genzkow) inizia a vedere in casa una piccola creatura tanto deforme quanto innocua, il Nachtmahr. All’inizio spaventatissima, Tina si accorge progressivamente che fra lei e la creatura esiste una connessione empatica e anche fisica: ciò che patisce il Nachtmahr, lei sente. Creduta pazza e poi divisa dal suo doppio mostruoso, Tina troverà la forza di andare a recuperare la creatura sequestrata dalle autorità.
LA RECE
L'Ombra, che ognuno di noi possiede (squisita ambivalenza di termine) prende la forma di un monstrum nella vita adolescente di una donna. Meno originale di quanto sembri ma anche più rispettabile del suo pubblico rispetto a tanti altri.
Cinema all’arrembaggio con un budget di 80.000 euro e molti a partecipare gratuitamente, sulla fiducia. La Germania, distante ormai anni luce dalle regie legnose e tediose con i volti espressivi alla Horst Tappert, adesso sperimenta dinamiche letture metaforiche. La gioventù techno-trance e la sua vita stroboscopica sembra il terreno di cultura giusto per far germogliare l’humunculus, alchemica allegoria di ciò che vi va di vederci dentro: disagio giovanile, passaggio all’età adulta, disturbi psichici, alienazione dal gruppo dei pari, diversità assortite. Ok, i ragazzi e gli stereotipi che li abitano sono il proverbiale barile di pesci nel quale sparare: facile acchiapparne gli eccessi e farne metafora; Brain damage - la maledizione di Elme (1988) non dista troppo da der Nachtmahr, anche noto come the Nightmare ma da non confondere con the Nightmare (2015) di Rodney Ascher. Nondimeno, questa storia di Tina e del suo doppio deforme, fragile, non orrorifico se con ciò si intendesse minaccioso, ha un che di curioso. Non rinunciando a qualche schicchera exploitation, date le protagoniste e il target della pellicola (Tina che fa pipì a terra con angoli di ripresa vedo-non-vedo), der Nachtmahr si costruisce come un inquietante revisione di E.T. - l'extraterrestre (1982) con la società, giovane e vecchia, che non coglie il valore del disagio (il monstrum) dell’individuo e lo emargina, lo giudica o lo vuole curare per riportare in asse lo status quo. Anche noi, per buona parte della visione, siamo persuasi che Tina abbia solo bisogno di qualche pastiglia di quelle ad alta grammatura. Non è così. Montaggi che confondono i piani di realtà e un finale surreale, con la protagonista acchitata da guerriera postatomica e il daimon, inteso proprio nel senso greco, che guida la macchina verso il futuro della giovane. Proprio vero, caro Jung, che dentro di noi abbiamo un’Ombra: un tipo molto cattivo, molto povero, che dobbiamo accettare, e finché non prenderai coscienza, l’inconscio governerà la tua vita e tu lo chiamerai destino. Non un prodigio di originalità ma der Nachtmahr è giovane, intelligente, un film di ragazze che non si tagliano, non digeriscono forte, non hanno famiglie sconvolte o non mostrano le tette; quindi, la distribuzione italiana guarda altrove.
TRIVIA
Il regista Achim "Akiz" Bornhak (1969) dixit: “Sì, è un demone ma puoi associarci quello che vuoi. Un demone può essere valutato negativamente o positivamente, ad esempio come una forza caotica o una forma di energia che ispira e ti spinge al massimo delle prestazioni. […] Il caos e l'ordine creano attrito, e quindi conflitto. Questo vale anche per il Nachtmahr: viene fuori dal nulla, ha qualcosa di simile a un feto. Una ragazza mi ha detto che per lei era il simbolo di un aborto o di una gravidanza indesiderata. Qualcun altro ha detto: è chiaro, si tratta di bulimia. […] Non ho parlato molto con Carolyn Genzkow, l'attrice, dell'interpretazione del personaggio. Ma […] abbiamo interpretato il demone come l'incarnazione degli aspetti non amati di se stessi. Ogni persona deve confrontarsi con qualcosa del genere da adolescente. Ad alcuni vengono i brufoli e io, per esempio, balbettavo da bambino. Ognuno ha il suo problema: la casa di famiglia, o non puoi permetterti i vestiti giusti, o hai lo smartphone sbagliato. Tutti hanno qualcosa di cui dicono di essere imbarazzati” (filmclicks.at).
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Id.
Regista:
Akiz
Durata, fotografia
92', colore
Paese:
Germania
2015
Scritto da Exxagon nell'anno 2019; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
