il Nido del ragno
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Voto:
Il ricercatore Alan Whitmore (Roland Wybenga) viene mandato a Budapest per recuperare il lavoro del professor Roth che, però, muore subito in preda a ciò che pare un delirio: una setta che adora antiche divinità ragniformi vuole controllare il mondo. Produce Reteitalia e gli attori non sono proprio delle rocce; tuttavia, poteva andare molto peggio per il soggetto di Tonino Cervi che amalgama echi lovecraftiani, polanskiani, argentiani e pure la Corta notte delle bambole di vetro (1972) e il Profumo della signora in nero (1974). A dar credito a questo esordio di Giagni - che poi preferirà la documentaristica - e passati indenni all’impatto da modernariato VHS, ci si trova irretiti da una storia che si fa progressivamente più arcana e sinistra, dritti al finale in cui un’efficacissima effettistica di Stivaletti si scatena e inquieta. Pochissimo noto ma anche uno degli ultimi horror italiani di qualche valore per chi ne sa di cinema bis, tantopiù che il materiale del quale si compone non è di grande caratura. I nudi di Paola Rinaldi prefigurano quelli di Valentina che Giagni adatterà da Crepax l’anno dopo. In definitiva, film che oscilla curiosamente tra momenti di genuina tensione e sequenze che sfiorano involontariamente il camp, un equilibrio precario che rende la pellicola interessante. Da recuperare.

Regista:
Gianfranco Giagni
Durata, fotografia
86', colore
Paese:
Italia
1988
Scritto da Exxagon nell'anno 2018; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0