Non entrate in quel collegio
-
Voto:
Le ragazze appartenenti ad una sorority, che va incontro alla chiusura estiva, vorrebbero divertirsi un’ultima volta ma l'arcigna proprietaria Dorothy Slater (Lois Kelso Hunt) non vuole scocciature. L'arrogante Vicki (Eileen Davidson) entra in conflitto con la donna e decide di farle uno scherzo che, però, finisce male e l'anziana muore. Le ragazze, manipolate da Vicki, decidono di occultare il cadavere che, tuttavia, sparisce. Gli omicidi hanno inizio.
LA RECE
Interessantissimo dorm-slasher non superficiale nella costruzione dei personaggi e ricco di situazioni inquietanti. Poco noto rispetto ad altri slasher meno meritevoli e più noti. Merita recupero.
Mark Rosman: prima assistente non accreditato di Brian de Palma per Scarface (1983), poi regista di questo seminale slasher in un periodo fertile per l'horror, ora regista di commedie romantiche e prodotti televisivi. Non tutti, evidentemente, sono James Cameron che inizia come camionista e finisce su Pandora. Con tutto il rispetto per Rosman e il suo attuale lavoro, che probabilmente gli fa incassare molto più di quanto avrebbe guadagnato proseguendo sulla strada dell'horror, qui si preferisce ricordarlo per questo piacevole Non entrate in quel collegio, uno dei migliori fra i dorm-slasher in circolazione, distribuito in Italia con un titolaccio che pasticcia con titoli di altre pellicole. Il regista, arrivando a citare anche i Diabolici (1954) con il cadavere nascosto in piscina e poi sparito, costruisce, con un budget ridotto, un film di buono stile che, a dispetto di tanti imitatori, fa uso delle giovani protagoniste in una maniera equilibrata fra exploitation e inquadramento psicologico: è per questo che Katey Rose, interpretata da Kate McNeil, è una credibile final-girl soprattutto nella prima parte del film quando cerca di opporsi inutilmente all'arrogante Vicki. Interessante anche l'abietta Mrs. Slater (Lois Kelso Hunt), una figura femminile di autorità la cui rigidità morale nasconde un nucleo di follia pura. Il film mantiene, con buona costanza, la tensione costruita tramite le prime immagini che vedono un losco dottore trafficare con il pancione di una donna gravida, benché, date le premesse ed essendo il film uno slasher, lo spettatore con un minimo di esperienza ci metta poco a intuire di chi possa essere la mano del killer. Nonostante ciò, il film riesce a somministrare una discreta dose di spaventi, e il finale, con malsani tocchi infantili e clauneschi, colpisce nel segno. La regia di Rosman, per lo più sintetica e funzionale, non manca di picchi creativi e di immagini cromaticamente ricche (vedi scena della piscina). Anche il sangue, mostrato con moderazione, raggiunge truculenze in due o tre casi che, contrastando con il tono medio del film, sorprendono per efferatezza. Non entrate in quel collegio, visto dal pubblico del XXI secolo, saturo di slasher, potrebbe non fare lo stesso effetto che fece all'inizio degli anni '80 ma, ricontestualizzato, è impossibile non coglierne il valore seminale e il più che dignitoso mestiere con cui è stato realizzato. Nel 2009 arriva il questionabile remake Patto di sangue.
TRIVIA
Mark Rosman (1959) dixit: “Mi piaceva molto Hitchcock. Per il mio primo film, volevo fare un film suspense e thriller ma era anche un periodo in cui Halloween e Venerdì 13 avevano successo. Quei due film erano stati realizzati con poco, e ho pensato che questo fosse un modo per iniziare: fondere quello che volevo fare, cioè un thriller, con qualcosa di commerciale. […] Ho sempre voluto solo dirigere. Non volevo scrivere né ci pensavo. Non avevo mai scritto prima del mio primo film. In effetti, Non entrate in quel collegio è stata la mia primissima sceneggiatura. […] All'inizio ho cercato di trovare un vero sceneggiatore e ho parlato con una o due persone ma ho capito che, se volevo che questo progetto fosse uno nel quale credere veramente, avrei dovuto scriverlo io stesso. Così ho comprato dei libri di sceneggiatura, uno dei quali tengo ancora in grande considerazione: si tratta di “Screenplay” di Syd Field. Mi sono seduto e ho letto il libro, e poi ho iniziato a scrivere la sceneggiatura” (terrortrap.com).
⟡ La sequenza iniziale doveva essere in bianco e nero. Fu virata in blu per decisione del distributore.
⟡ Il body count si attesta a nove persone, sette donne e due uomini, più un pappagallino.
⟡ Il regista ha affermato di aver sempre odiato la locandina scelta dalla produzione, lui avrebbe preferito l'immagine di una mano che esce dall'acqua della piscina.
⟡ Il film fu scelto da Quentin Tarantino fra le pellicole da ripresentare al primo Quentin Tarantino Film Fest ad Austin, Texas, nel 1996.
Titolo originale
The House On Sorority Row
Regista:
Mark Rosman
Durata, fotografia
91', colore
Paese:
USA
1982
Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
