la Notte ha divorato il mondo

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Voto:

Recatosi a casa della ex per portare via alcuni suoi beni, Sam (Anders Danielsen Lie) rimane nell’appartamento a dormire mentre in esso si svolge una festa. Al risveglio, lo aspetta una Parigi abitata solamente da morti viventi che lui eviterà trincerandosi nel palazzo nel quale, però, non potrà rimanere in eterno.

LA RECE

Zombi horror mumblecore che prende la vecchia storia dei morti viventi e la guarda da un'angolazione intimista. Il pubblico, però, ha apprezzato poco.

Primo lungometraggio di Rocher dopo solo due corti e incontestabile capacità di dare una rilettura sufficientemente originale del tema zombesco ormai strizzato e steso. Dopo un incipit risaputo stile 28 giorni dopo (2002) con il protagonista attonito in un angolo di una Parigi devastata e animata solo dai morti guizzanti e famelici, la Notte ha divorato il mondo mostra il suo volto “esistenzialista” con il giovane Sam a sopravvivere in solitudine e silenzio secondo il paradigma che Richard Matheson aveva descritto in “Io sono leggenda” (1954). Più realisticamente di quanto fatto da molti zombi-horror, qui, il protagonista non tenta coraggiose sortite per le strade ma si isola con la sola e disperata compagnia di un morto vivente, intrappolato dietro a una grata, con il quale, sporadicamente, si relaziona a senso unico. Ben pensato anche il momento della svolta nella narrazione che si ha quando la giovane Sarah (l’iraniana Golshifteh Farahani), penetrata nel condominio in cui è arroccato Sam, viene gravemente ferita dal protagonista che temeva potesse essere una contagiata. Poteva essere l’inizio di un banale rapporto di coppia in frangenti drammatici come visto troppe volte nell’horror; invece, lo scrittore Pit Agarmen, dal cui racconto viene tratto il film, sa riservare una gradevole quanto triste sorpresa che, però, genererà un decisivo fattore di svolta per lo statico Sam. Qualche noiosità la si può perdonare ad un film che mostra che le buone idee la hanno vinta sui budget elevati; meno perdonabile la scelta dell’attore Lie come protagonista poiché scarsamente incisivo. Finale forse un po’ deludente ma con una sua poeticità. Da vedere in double-bill con Battery (2012) perché fratelli di un taglio minimalista allo zombie-movie.

TRIVIA

Dominique Rocher (1983) dixit: “Il cinema che meglio ha colmato il divario tra la propria identità culturale e l'innesto di influenze americane è, a mio avviso, il cinema sudcoreano. Penso che dobbiamo ispirarci a questo modello in Francia e ciò implica non rifiutare le specificità del cinema francese, né quelle del cinema americano, che può esserne ispirato. E poi, quello che dobbiamo anche sostenere è che è falso che il cinema francese non abbia mai avuto un'identità fantasy. Siamo ancora il paese di Méliès, Clouzot, Franju e Cocteau! Dobbiamo riappropriarci di questo patrimonio e rieducare il pubblico ad accettare che questa immaginazione è anche la nostra. Questo è, in parte, ciò che ha motivato la mia scelta di girare il film a Parigi. Per me era ovvio perché questa città è, prima di tutto, quella in cui vivo e che conosco molto bene, ma volevo anche restituirle quella dimensione fantastica che è stata tolta al cinema” (faispasgenre.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

la Nuit a dévoré le monde

Regista:

Dominique Rocher

Durata, fotografia

93', colore

Paese:

Francia

Anno

2018

Scritto da Exxagon nell'anno 2021; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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