gli Occhi di Laura Mars

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Voto:

Sulla carta, filmone della Columbia Pictures che avrebbe voluto rifarsi allo spaghetti giallo da svolgersi nel mondo della moda; tema che, da noi, ha attraversato tre decenni, a partire da Sei donne per l’assassino (1964) per giungere a Sotto il vestito niente (1985). Stuolo di attoroni e sceneggiatore di eccezione, nonché John Carpenter che, per pressioni della produzione, deve lasciare malauguratamente la sedia registica al televisivo Kershner. La fotografa Laura Mars (Faye Dunaway) è molto criticata per i suoi lavori artistici che uniscono nudo a violenza: sarebbe un modo di magnificare il voyeurismo sociale e di portare la fotografia ad un superiore livello artistico ma pare che qualcuno gradisca poco e inizi a far fuori la gente dell’entourage di Laura; la donna, oltretutto, ha le visioni della prospettiva del killer. A proteggerla, il tenente Tommy Lee Jones e, a destare sospetti, Brad Dourif da sempre in ruoli obliqui. Fascinosa l’atmosfera da modernariato e le musiche, tantopiù che si parla della fotografia come qualcosa di nuovo che ambirebbe ad essere una forma d’arte; per dire come siano cambiati i tempi in pochi anni. Prima parte intrigante, con il mondo della moda anni ’70 nel quale pare che bastasse rubare un fiore per conquistare le simpatie di una supermodella; poi, la storia prende una piega romantica che sembra Innamorarsi (1984), anche perché la Dunaway è doppiata da Maria Pia Di Meo, storica voce della Streep. Finale un po’ così. Ingredienti ottimi ma potenzialità non sfruttate appieno.


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Titolo originale

Eyes of Laura Mars

Regista:

Irvin Kershner

Durata, fotografia

104', colore

Paese:

USA

Anno

1978

Scritto da Exxagon nell'anno 2014; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0