Olga's girls

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Voto:

Olga (Audrey Campbell), la donna dalla frusta facile, è al soldo del Sindacato, una spietata associazione a delinquere. Fra sadismo e relazioni lesbiche, la carriera di Olga subisce un arresto quando un gruppo di abusate le si rivolta contro.

LA RECE

Perdibile roughie pre-porno perdibilissimo, per l'amor di Dio. Tuttavia, come dichiarava ironicamente John Waters: "I film più interessanti sono sempre stati quelli che non avresti dovuto vedere".

Secondo film dopo White slaves of Chinatown (1964) che rappresenta un terzo del lavoro di riprese compiute nel 1964 da Mawra, poi tagliato e montato per ricavarci il trittico roughie di Olga che influenzerà non poco il filmmaker underground John Waters (Pink flamingos, 1972). Sfruttando il filone relativo alla leggenda urbana della tratta delle bianche, Mawra struttura la sua pellicola kinky come un falso documentario che illustra il destino delle povere donne sfruttate da "The Syndacate", il giro brutto in cui Olga spadroneggia. In Olga's girls c'è anche un cenno di "revenge", anni prima del genere R&R, con le donne vessate che si organizzano per somministrare alla torturatrice la sua stessa medicina, ma Olga è la dominatrix e, quindi, c'è poco da fare. Si tratta della solita trama minimale atta a reggere un'oretta e mezza di tripudio sadomaso, tette al vento e recitazione scarsa; roba che piace praticamente solo ai patiti del BDSM d’antan; d'altra parte, questa pellicola rappresenta uno di quei curiosi reperti archeologici del cinema di exploitation americano che documento involontario dei desideri repressi dell'era pre-pornografica. Interessante qui, come negli altri due film, la costruzione della performance della Campbell: nel suo rigido abbigliamento in pelle nera, anticipa l'archetipo della "dominatrice castrante", una figura che rielabora inconsciamente l'ansia maschile verso l'emancipazione femminile del secondo dopoguerra; il suo sguardo perennemente glaciale rivolto alla macchina da presa rappresenta - e in questo irreale e quasi fumettistico - pare una sovversione dello sguardo magnetico maschile, "costringendo lo spettatore a confrontarsi con un desiderio che è simultaneamente attratto e respinto" (Laura Mulvey). Il plot ha la stessa consistenza di un'ombra mentre la lenta voce narrante, che illustra le sevizie di Olga e il giro della droga appoggiato dai comunisti (?), fa a pugni con le farsesche immagini di tortura che saturano tutto il film. Da vedere? No, certo. Tuttavia, questo oscuro tassello dell'exploitation americana ha il suo perché come involontario documento antropologico di un'America in transizione tra il puritanesimo degli anni '50 e la rivoluzione sessuale imminente.

TRIVIA

⟡ La Cinémathèque de la Déviance di Parigi conserva una delle rare copie integrali del film, notando come esso rappresenti "un capitolo fondamentale nell'evoluzione dell'immaginario sadico americano pre-rivoluzione sessuale".

⟡ Come attesta l'archivio della Something Weird Video, che ha restaurato il film nel 2003, "Olga's Girls" fu proiettato principalmente in circuiti alternativi e cinema d'essai con la pretestuosa etichetta di "documentario educativo sulle perversioni urbane".

⟡ Per alcuni, Joseph P. Mawra era uno pseudonimo dietro cui si celava probabilmente George Weiss, lo stesso produttore di Glen or Glenda realizzato da Ed Wood nel 1953.

Fast rating

etichetta di valutazione veloce del sito exxagon per i film giudicati di pessimo livello

Titolo originale

Id.

Regista:

Joseph P. Mawra

Durata, fotografia

70', b/n

Paese:

USA

Anno

1964

Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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