Omicidio per vocazione

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Voto:

Alla morte di Oscar, i suoi cinque figli attendono l'eredità ma a prendere tutto è Jeannot (Ernesto Colli) il figlio illegittimo. Questo, però, viene trovato morto sui binari della ferrovia, e gli altri figli vengono eliminati uno ad uno. L'ispettore Greville (Tom Drake) indaga.

LA RECE

Giallo pre-argentiano e pre-lenziano ma con qualche infarinatura baviana, perciò wudunnit classico ma... non del tutto classico. Interessante l'atmosfera vintage e il decor. Finale riuscito.

Opera prima di Vittorio Sindoni, giallo pre-argentiano ma anche pre-lenziano e, come tale, privo di una decisa componente sexy per privilegiare, invece, snodi da whodunnit classico con retroscena economici piuttosto che psicopatologici anche se, pure qui, il killer non è Mr. Lucidità Mentale. Si tratta di un dignitoso tentativo di rimescolare inimicizie familiari, fatti di sangue e polizia che indaga sulle une e sugli altri fino a un finale a sorpresa abbastanza riuscito che rende definitivamente chiaro il significato del titolo e anche dell’altro titolo attribuito in fase di seconda distribuzione (l’Assassino ha le mani pulite) avvenuta in seguito al fallimento della casa di produzione Essediesse. L'operazione, di budget modesto, cerca di far passare maldestramente paesaggi italiani come location francesi ma riesce, però, ad innestare, in anticipo rispetto a pellicole ben più note e riuscite (Non si sevizia un paperino, 1972; la Casa dalle finestre che ridono, 1976) l’inquietudine in ambienti rurali. Un certo grado di tensione in questa provincia malsana la si respira ma la regia di Sindoni risulta statica, seppur sfrutti le soggettive del killer secondo la lezione baviana, e gli attori non siano di prima fila, anche se tutti sono di mestiere; la Benussi, qui davvero bella, regala un nudo pro-voyeur. Tuttavia, il punto di cottura degli spaghetti giallos non era ancora stato raggiunto, ovvero gli elementi che hanno reso davvero inquietante quel sottogenere: la loro ferocia, il coraggio delle tematiche realmente malsane e l'ostentazione del sangue. Didascalico per il suo snodarsi fra omicidi e rivelazioni in modi ben noti ai conoscitori dei gialli, Omicidio per vocazione ha il suo perché per i cromatismi fotografici, la musica, il décor dell’ambiente e per l’abbigliamento vintage dei protagonisti. Detta così, forse vale persino la pena tentare un timido recupero.

TRIVIA

Vittorio Sindoni (1939) dixit: “Indubbiamente il passaggio dalla pellicola al digitale ha cambiato i ritmi di lavoro: una volta, per sapere se un ciak fosse buono o meno, bisognava attendere anche una settimana. Adesso, appena premi stop hai la possibilità di vedere cosa è andato, cosa si può migliorare, tutto subito e sul momento; io, poi, sono uno che vuole condividere il set con i suoi attori e mi piace far vedere loro come sono andati, subito dopo, per spiegargli cosa non mi è piaciuto, insomma tutto quello che c’è da dire. Dal punto di vista operativo, invece, posso dire di non aver percepito differenze perché mi servo di una troupe, sempre la stessa, da oltre trent’anni con cui ho un grande rapporto non solo professionale ma anche e soprattutto umano” (urbanpost.it).

⟡ Ernesto Colli, in questo film 28enne e fatto passare insensatamente per un quindicenne, era del 1940 e morì a soli 42 anni a causa del cancro.

Regista:

Vittorio Sindoni

Durata, fotografia

80', colore

Paese:

USA

Anno

1968

Scritto da Exxagon nell'anno 2014; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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