l'Orca Assassina

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Voto:

La storia di un Achab al contrario suggerita a De Laurentiis dal produttore Vincenzoni grazie al fratello di quest’ultimo che citò l’orca come animale marino persino più tosto dello squalo, film, quello di Spielberg, dietro il quale De Laurentiis aveva subito capito che era il caso di mettersi in scia, benché ciò avvenne con una storia decisamente differente, orchestrando con the Killer Whale una meditazione ambientalista che si configura come inversione dell'archetipo melvilliano: qui non è l'uomo a perseguitare la balena bianca ma la creatura marina a trasformarsi in nemesi del proprio carnefice. Il capitano Nolan (Richard Harris) naviga nelle gelide acque di Terranova alla ricerca di uno squalo bianco da catturare ma, durante la battuta di caccia, assiste casualmente a un combattimento tra uno squalo e un’orca. Colpito dalla cosa, si prepara per catturare un'orca ma, accidentalmente, arpiona una femmina gravida, causandone la morte di quella e del piccolo nel suo ventre, mentre l'orca maschio grida disperata. Rachel Bedford (Charlotte Rampling), biologa marina esperta di cetacei, avverte Nolan delle capacità intellettive dell’animale e della possibilità che esso cerchi vendetta. Ironicamente rispetto al plot, mentre il veterano del cinema britannico Michael Anderson era impegnato a dirigere il film, si trovò anche occupato a placare il protagonista Harris, il quale aveva iniziato a bere pesantemente sul set dopo aver letto una rivista scandalistica e aver visto una fotografia della moglie Ann Turkel (Monster - Esseri ignoti dai profondi abissi, 1980) su una spiaggia con un uomo più giovane: in stato di alterazione, l’attore disse di voler abbandonare la produzione e volare a Malibu per vendicarsi e ucciderli, abbandonando l’intento solo dopo una rissa sul set partita per tenerlo buono. Al di là delle notazioni di gossip, e pur potendo tranquillamente definire l’Orca Assassina un knock-off (emulo a basso prezzo) de lo Squalo (1975), gli si riconosce questa interessante prospettiva invertita, con Harris ad incarnare un Achb moderno divorato dal senso di colpa specchio della sensibilità ecologista che iniziava a prendere forma in Occidente. Gli effetti speciali, pur datati, mantengono una credibilità emotiva - soprattutto nella scena dell'aborto del feto di orca - che conferisce al mammifero marino protagonista una presenza scenica paragonabile a quelle creature mostruose, su tutte il Mostro di Frankenstein, che sono tali specularmente alla mostruosità umana. Il cetaceo si guadagna moltissime riprese, sott'acqua ma anche al di sopra, dato che si lavorava con comodità con creature addomesticate. L'evidente cifra emotiva del film viene magnificata e potenziata dalla colonna sonora di Ennio Morricone che legge, o fa leggere questa storia, non tanto come natural-horror o film avventuroso, quanto come tragedia classica riletta modernamente dal cinema. Debutto cinematografico per Bo Derek (Annie) e, invece, ruolo centrale per la Rampling che porta sul set una ventata di gelo espressivo; d'altra parte, quella era la sua cifra di attrice e femminile. Ad ogni modo, la simpatia dello spettatore va tutta al mammifero marino. E siccome siamo in un film ecologista in territori selvaggi, va da sé che c’è un saggio indiano, qui interpretato nientepopodimeno che da Will Sampson, il Grande Capo (Chief Bromden) di Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975). Ah, quasi dimenticavo: Harris e la Turkel hanno divorziato nell’82 ma, grazie a Dio, nessuno è stato ucciso.


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Titolo originale

Orca

Regista:

Michael Anderson

Durata, fotografia

92', colore

Paese:

Italia, Paesi Bassi

Anno

1977

Scritto da Exxagon nell'agosto 2025; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0