P Greco - il Teorema del delirio

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Voto:

Il matematico Max Cohen (Sean Gullette) è un uomo solo e il suo unico amico è il professore Sol Robeson (Mark Margolis). Max sta cercando di sviluppare un sistema per prevedere le fluttuazioni del mercato borsistico. A causa di queste ricerche, il giovane viene prima cercato e poi minacciato dalle compagnie di Wall Street. Nel frattempo, un ebreo ortodosso che studia la Torah chiede a Max di collaborare alla ricerca di un codice numerico nascosto nella sacra scrittura che rivelerebbe il vero nome di Dio.

LA RECE

Cinema sperimentale che mette un piede nelle porta mainstream per i futuri successi del regista. La lezione ultima è che la mente che tenta di comprendere se stessa è destinata al cortocircuito; chi vuole bypassare completamente la prospettiva soggettiva è destinato al fallimento.

Interessante primo lungo metraggio del regista Darren Aronofsky che, con questo film arty in un bianco e nero duro e puro, s’è guadagnato l'attenzione della critica. Il pubblico ha risposto meno entusiasticamente ma, d'altronde, il tema del film e lo stile di realizzazione tennero lontano il mainstream. Pi racconta del genio, della follia e della solitudine che spesso si accompagna alle prime due. Con una tensione spasmodica verso Dio (o ciò da cui tutto promana, in questo caso un numero di 216) Pi è un film che narra dell'infinita ricerca dell'infinito. Lo stile ricorda da vicino Lynch (Eraserhead, 1977) o Tsukamoto (Tetsuo, 1988), dal momento che Max è un monocromatico uomo emarginato che vive in simbiosi con un computer propaggine del suo cervello, ma anche, e soprattutto, per la rappresentazione del corpo come sito di trasformazione e trauma. Il film di Aronofsky, tuttavia, è anche un complesso gioco di rimandi che fanno capo alla Teoria dei Giochi, alla Teoria del Caos, ai numeri di Fibonacci, alle proporzioni fra le cose e alla costante nascosta nella natura. La narrazione si snoda attraverso tre assi tematici interconnessi: la matematica pura, la cabala ebraica e il capitalismo finanziario, creando una narrativa che sembra interpretare le angosce tardo-capitalistiche, con un protagonista teso tra la finitezza del suo intelletto e l'infinito che tenta disperatamente di comprendere. Per godere del film non sono richieste solide conoscenze matematiche, basta solo restare desti e lasciarsi trasportare dalle elucubrazioni del protagonista. Il resto lo fa il film con un montaggio creativo e rapido definito “hip-hop montage”, effetti sonori disturbanti - come le emicranie di Max - e riprese compiute con la Snorricam, quella che viene legata al busto dell'attore stesso. Particolarmente degna di nota è la sequenza delle "formicolanti allucinazioni", in cui Aronofsky impiega tecniche di stop-motion e macro-fotografia per materializzare l'orrore entomologico che infesta la mente di Max. La fantascienza proposta dal film è piacevolmente verosimile in termini puramente teorici, e quindi il thriller che si viene a creare tiene desta l’attenzione, nella speranza che anche a noi, al termine, venga data la possibilità di vedere il codice di quel Principio Originale. Mentre altrove si sarebbe approdati a conclusioni assurde o metafisiche, Pi decide coraggiosamente di prendere un'altra strada e di ripiegarsi su se stesso. Un po' Enigma (2000), un po' a Beautiful mind (2001) molto di più the Bank (2001), questo film di Aronofsky si spoglia degli orpelli e si mostra in tutta la sua bizzarria, fra alte riflessioni e dramma esistenziale. Il mito di Icaro è dietro l'angolo.

TRIVIA

Darren Aronofsky (1969) dixit: “Fare film è a stento un’arte. Il 99% del mio lavoro è burocrazia” (IMDb.com).

⟡ Il film costò solo 60.000 dollari, la maggior parte dei quali provenivano da una colletta di 100 dollari a testa organizzata fra amici e parenti. Quando il film venne acquistato dalla Artisan, ogni "investitore" ottenne in cambio 150 dollari per il proprio investimento. 

I curatori dell'archivio sonoro della UCLA Film & Television Archive hanno evidenziato come lo score di "π" rappresenti "un punto di svolta nell'integrazione di sonorità elettroniche sperimentali nel cinema narrativo americano", anticipando la collaborazione Mansell-Aronofsky che raggiungerà il suo apice con l'indimenticabile Lux Aeterna di Requiem for a Dream (2000).

⟡ Il numero che Max sta cercando è composto da 216 cifre, ovvero 6x6x6. 666 è il numero della Bestia secondo L'Apocalisse di San Giovanni. 

L'abrasivo bianco e nero a grana grossa del film è stato ottenuto tramite uno stock Reversal 16mm e tecniche di processing ad alto contrasto che il direttore della fotografia Matthew Libatique avrebbe in seguito descritto come "desaturazione forzata fino al punto di rottura".

⟡ La lunga stringa di numeri che rappresenta il P greco che si vede all'inizio del film è sbagliata a partire dal nono decimale. 

⟡ Max menziona la Sezione Aurea e la indica con la lettera greca Theta; in realtà si utilizza la Phi o la Tau. Il protagonista, inoltre, ne scrive la formula come (a/b)=(a/a+b), quando dovrebbe essere a/b=(a+b)/a se, per definizione, a maggiore di b. 

⟡ Max dice che i cabalisti hanno già provato tutte le possibili combinazioni con la cifra a 216 numeri, il che è impossibile, visto che per vagliare tutte le possibilità occorrerebbe un'infinità di tempo. Si tratterebbe di un numero di possibilità pari  a 1 seguito da 216 zeri; in pratica dovete dire "un miliardo di miliardi, di miliardi, di miliardi, …” per 24 volte! 

⟡ Il fotografo inseguito da Max in metropolitana è interpretato da Clint Mansell, il compositore della colonna sonora. 

⟡ La maggior parte degli oggetti di scena era incollata e, a causa delle luci sul set, i vapori della colla diedero la nausea alla maggior parte della crew. 

⟡ Il film si conclude con Jenna che chiede a Max il risultato di 748/238 che, guarda caso, è il P greco (3,14...). 

⟡ Per filmare non furono chiesti permessi alle autorità, quindi un membro della crew doveva fare da palo e avvertire se vedeva la polizia, in tal caso avrebbero interrotto le riprese. 

⟡ Il cervello usato nel film era vero.

Titolo originale

Pi

Regista:

Darren Aronofsky

Durata, fotografia

84', b/n

Paese:

USA

Anno

1997

Scritto da Exxagon nell'anno 2009; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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