Penitenziario femminile per reati sessuali

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Voto:

Maria (Lina Romay) è imprigionata perché accusata di aver ucciso suo padre che, in realtà, è stato ucciso dalla crudelissima guardiana del penitenziario (Monica Swinn). In questo luogo di sofferenza, Maria e le detenute verranno vessate dall'aguzzina finché non riusciranno a trovare la via di fuga.

LA RECE

Franco esplora la perversione del potere a modo suo, ovvero con una "narrazione che si fa poco più che un pretesto per orchestrare una serie di tableaux vivants voyeuristici caratterizzati da quella che potremmo definire una coreografia dell'umiliazione" (Lucas Balbo). La musa Romay diviene il perfetto avatar dell'estetica franchiana.

Uno dei più emblematici esempi dell'estetica trasgressiva di Jesús "Jess" Franco, innegabilmente una sua creatura e più curato di altri prodotti dello stesso regista e di molte altre pellicole dello stesso genere, il WIP o Women in Prison. Con Penitenziario femminile per reati sessuali, si istruisce il setting privilegiato da Franco - "il caso più straordinario di autorialità sovversiva camuffata da cinema d'exploitation" (Tohill e Tombs) - per l'esplorazione delle dinamiche di potere e della perversione del potere stesso; e, così, il mondo carcerario delle donne diventa una costante nella filmografia di Franco, da 99 donne (1969) fino a Sadomania (1981). Collocato in un curioso interstizio, ovvero fra la morte del dittatore Franco - ironica omonimia - e il crepuscolo di un'era del cinema europeo di genere che stava per essere spazzata via dall'avvento dell'home video, questo film può essere anche letto come paralelismo dei meccanismi repressivi del regime spagnolo, un'interpretazione supportata dalle origini spagnole di Franco e, soprattutto, dal suo esilio volontario durante la dittatura. D’altra parte, il Women In Prison, derivato dal genere kinky (White slaves of Chinatown, 1964), giocava la sua partita sul doppio campo della sessualità, del sadismo e di una femminilità estremizzata che vedeva la donna vittima e/o carnefice ma, comunque, sempre protagonista, con la figura del maschio posta sostanzialmente ai margini. Negli esperimenti meglio riusciti, tutto ciò era al servizio di una storia, altrimenti la storia si accartocciava in funzione del nudo con pari sacrificio della resa attoriale e tecnica. La joint venture fra lo spagnolo Franco e il signore incontrastato dell’exploitation svizzero Erwin C. Dietrich (la Coccolona, 1975), si realizza in una regia un po’ piatta con qualche guizzo lirico di riprese naturalistiche in vista di un finale non proprio così malvagio. Al netto di letture appronfondite e con uno sguardo meglio teso all'exploitation, ci sarà data la possibilità di vedere primi piani di cespuglietti, frustate, masturbazione con sigaretta, stupri lesbici, stupri "classici", letti elettrificati e altre leccornie per il patito dei sapori forti. Qui, le interpreti sono d’aspetto gradevole, la cinepresa si muove senza eccessivi tentennamenti e le scene di tortura sono quasi comiche e sopportabili, soprattutto se poste a confronto con quelle visibili in una Secondina in un carcere femminile (1977). Scena cult, al di là di tutto il sesso e la violenza: l’omicidio del padre, interpretato dallo stesso Franco, reso tramite un falso rallenty, ovvero con i protagonisti che si muovono in modo rallentato. Imbarazzante q.b. Penitenziario femminile per reati sessuali vale ormai per il suo valore storico e poco altro, un cinema che ora non si fa più se non in maniera molto più cruenta. Lina Romay (1954-2012) è, qui, splendida come non mai; Jesus Franco la lascerà stagionare in botti di rovere fino al 2008, e poi la sposerà.

TRIVIA

Jess Franco (1930-2013) dixit: “Il porno dovrebbe aprire delle porte dell’immaginario e solo così potrebbe essere considerato genere nobile come qualsiasi altro. […] Per me, invece, la cosa più importante è sempre stata la donna, non il mio pene, a riposo o in erezione che fosse. […] Un tizio con un’erezione è uno spettacolo disdicevole, come ha mostrato Rodin con le sue statue di Balzac” (Franco, 2004).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Frauengefängnis

Regista:

Jesús Franco Manera

Durata, fotografia

90', colore

Paese:

Svizzera

Anno

1975

Scritto da Exxagon nell'anno 2005; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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