Perfect blue
Voto:
Mima Kirigoe decide di abbandonare le Cham, trio pop musicale, per intraprendere la carriera attoriale in un serial investigativo. Mima, però, si trova a recitare in un ruolo marginale e, oltretutto, in scene sessuali e violente; inoltre, per rilanciare la sua immagine, accetta di posare nuda per una rivista. Non va meglio la vita privata, dato che qualcuno, su un sito internet, si spaccia per lei, e strani omicidi iniziano ad accadere.
LA RECE
Film frammentato e stratificato: dai pericoli del mondo digitale, alla fusione identitaria fra sé e immagine pubblica, dalla riflessione sulla strutturale doppiezza della società nipponica, all'angoscia per una generazione stretta a tenaglia fra autenticità e performance. Cinema d'animazione importante e non facile.
Primo lungometraggio diretto da un artista dell’animazione la cui anticipata dipartita ci ha, con tutta probabilità, privato di chissà quali altri cartoni animati splendidi. I lavori di Satoshi Kon (1963-2010), lontani sia da quelli Disney, sia da quelli nipponici dello Studio Ghibli, erano più versati nel costruire narrative che si intersecavano fino a confondere i piani di realtà, oltretutto non privi di elementi adulti. Così per Perfect blue, thriller ricco di erotismo e scene violente, che parte come un comune cartone animato per ragazzine, con le idols Chams che fanno i balletti vestite col gonnellino come l’incantevole Creamy, per poi approdare ad omicidi, nudi, stupro e, soprattutto, al tema del doppio tanto caro ad Hitckcock. Kon prende il romanzo di Yoshizaku Takeuchi e ci dipinge intorno la sua nazione nei primi anni di diffusione di internet che già s’intende possa essere luogo di pericolosi fake e stalker. È il Giappone dell’etica del lavoro ma anche di uno star system che non perdona, e di una donna che, in questo mondo, deve necessariamente provare un profondo senso di svilimento per alcune scelte artistiche azzardate finendo per perdere, lei e anche il mondo, la distinzione tra originale e copia; come efficacemente osserva Jay McRoy in "Nightmare Japan" (2008): "l'orrore in Perfect Blue non deriva dalla minaccia fisica, ma dall'impossibilità di distinguere tra il sé autentico e la sua rappresentazione mercificata." Così, la graziosa Mima finisce perseguitata sia da un reale fan, sia da un doppelgänger che l’accusa di essere fallita e sporca. In mezzo, scene di nudo integrale, una scena di stupro e un grido sott’acqua rimasto memorabile, nonché l’omicidio del fotografo che si distingue per ferocia e per i suoi rimandi al giallo argentiano. La violenza sessuale, rappresentata in modo disturbante nella scena dello stupro simulato sul set, sembra anticipare le riflessioni di Michael Haneke sulla complicità spettatoriale (Funny games, 1997), ovvero circa il fatto che la visualizzazione della violenza non è mai neutrale, ma sempre carica di implicazioni etiche: Kon, qui, ci costringe a confrontarci con il nostro stesso piacere visivo, trasformandoci da spettatori passivi in complici voyeuristici. Perfect blue ha il suo apice e, contemporaneamente, il suo nadir nell’arzigogolo della trama che confonde e irrita lo spettatore in modo programmatico ma che ben rende il disagio della protagonista e la follia del tutto, dato che questo disorientamento diventa esso stesso contenuto tematico. Peccato per la chiusa che cerca una quadratura del cerchio quando, ormai, le carte erano state troppo scombinate per farsi bastare la solita spiegazione psicopatologica. O forse, non escludo, si tratta di un'apparente normalizzazione. Il risultato finale è lodevole e l’adattamento italiano gode di un ottimo lavoro di doppiaggio. Satoshi Kon, che qui ha influenzato non poco Aronofsky per il Cigno nero (2010) e Requiem for a dream (2000), sfornerà altri due pezzi da masterchef: Millenium actress (2001) e Paprika - sognando un sogno (2006). Film adattissimo al remake con attori veri, Perfect blue ha ricevuto solo un omonimo rifacimento nel 2002 realizzato da Toshiki Satô.
TRIVIA
Satoshi Kon (1963-2010) si è spento per un cancro pancreatico. Queste le sue ultime parole: “Con un sentimento di gratitudine per tutto ciò che c’è di buono in questo mondo, io poso la mia penna. Bene, ora me ne vado” (wikipedia.com).
⟡ Roger Corman ha definito questo film: "una delle più lucide prefigurazioni cinematografiche dell'era dei social media"
⟡ Il regista Darren Aronofsky ha acquistato, per 59.000 dollari, i diritti statunitensi di questo film per poter riprodurre in Requiem for a dream la famosa scena della vasca da bagno. C’è anche una scena simile con protagonista Naomi Watts in 21 grammi – il peso dell’anima (2003).
⟡ La pizza “Big Body” visibile nella scena dell’omicidio del fotografo è un omaggio al musicista Susumu Hirasawa, che poi comporrà lo score di Millenium actress, il quale era membro del gruppo P-Model; Big Body era il nome del loro decimo album uscito nel 1993.
⟡ Il titolo del film fa riferimento, come si vede alla fine, ad un cielo terso, metafora della fine del caos nella vita di Mima.
⟡ Mima, per navigare in internet, usa Netscape Navigator, al tempo il browser più diffuso al mondo, poi estintosi nel 2008.
Titolo originale
Pâfekuto burû
Regista:
Satoshi Kon
Durata, fotografia
81', colore
Paese:
Giappone
1997
Scritto da Exxagon nell'anno 2013; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
