Puppet master 3 - giochi infernali

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Voto:

Il secondo sequel del franchise nato con Puppet Master (1989) si giova di una buona atmosfera retò legata alla Berlino nazista del 1941, esplorando le origini del burattinaio Toulon, interpretato questa volta con notevole intensità da Guy Rolfe, che manterrà il ruolo anche nei successivi capitoli, e la nascita dei suoi pupazzi animati. Questa contestualizzazione storica, di certo più ambiziosa di quanto offerta in precedenza, trasforma Toulon da antagonista a eroe, nonché muta la mitologia della serie: i pupazzi, da semplici strumenti di morte, diventano quasi degli angeli vendicatori contro l'oppressione nazista, conferendo alla saga quel minimo di complessità morale - ma minimo, eh - che nei precedenti film era solo accennata. La fotografia di Adolfo Bartoli, pur nei limiti di un budget ridotto, stimato attorno ai 600.000 dollari, riesce a catturare un'atmosfera mitteleuropea attraverso l'uso di filtri color seppia e ambientazioni in chiaroscuro che nascondono abilmente la povertà dei set. L'horror puro, oltretutto, viene messo in secondo piano in modo che la storia riesca ad acquistare un certo spessore. Si respira una certa aria da black comedy se si pensa all'introduzione del nuovo pupazzo: Six-Shooter, un cowboy con sei braccia come la dea Kali, che spara come un forsennato e, soprattutto, non la smette mai di ghignare. L'unico a divertirsi davvero. Solamente la nascita di Ms Leech, generata dopo e tramite la morte della moglie di Toulon, fa un po’ impressione. A voler essere generosi. Dopo arriverà il Ritorno dei giocattoli assassini (1993).


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Titolo originale

Puppet Master III: Toulon's Revenge

Regista:

David DeCoteau

Durata, fotografia

82', colore

Paese:

USA

Anno

1991

Scritto da Exxagon nell'anno 2005; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0