Rabid

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Voto:

Rilettura Soskasisteriana di uno dei primi classici di David Cronenberg, quel Rabid - sete di sangue (1977) che ci parlava del ritorno del represso tramite una rilettura del contagio virale che faceva il paio con la liberazione sessuale ma anche con il caos ad essa connesso. Le Soska (American Mary 2012), che appaiono anche in una breve sequenza in bagno a spettegolare, traspone il body horror del regista canadese nell'industria della moda contemporanea (il grande stilista Gunter col bomber, vabbè…), un mondo da sempre eccellentissimo nell'offrire contemporaneamente alle donne una mano di esaltazione del femminile e un'altra di svilimento del loro corpo, di manipolazione di esso, di ortodossia del bello e del brutto al quale attenersi con sacrificio, di cinico rigore nel défilé ma anche nelle retrovie lavorative, e il tutto cucito sartorialmente nei meccanismi di consumo capitalistico. Laura Vandervoort assume il ruolo che fu di Marilyn Chambers interpretando Rose, una designer di moda maltrattata a vari livelli e sfigurata in un incidente, poi successivamente trasformata da un radicale intervento di chirurgia ricostruttiva. Da ciò emerge un femminile mostruoso che ha come manifestazione precipua una voracità sessuale, contagiosa, che destabilizza il maschile. Diciamo che, a questo punto, cinematograficamente dico, si potrebbe tentare qualche lettura più originale circa il "mostruoso femminino”, la Lilith, la voracità della mantide religiosa. Mi suona meglio quando le donne folli descritte dalle Soska sono maschere di un body horror che va a descrivere la logica da incubo di un'industria che letteralmente consuma i suoi soggetti per propagare standard irraggiungibili o detta leggi sociali quali quella esposta da una comprimaria: "Be', adesso che sei carina non devi essere gentile!" Non che anche questo non si sia già sentito dire. Film, in realtà, piccolo nella messa in scena, nelle location, e nella resa attoriale; questo, forse, spiega il suo insuccesso di pubblico. Vale, però come documento circa l'autorialità femminile nell'horror e soprattutto nel body horror come veicolo per elaborare le ansie collettive. Interessante ma un po' grezzo.


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Fast rating

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Titolo originale

Id.

Regista:

Jen Soska, Sylvia Soska

Durata, fotografia

107', colore

Paese:

Canada

Anno

2019

Scritto da Exxagon nel maggio 2025; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0