il Rifugio dei dannati
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Voto:
Hammeriano diretto dal grande direttore della fotografia Francis e scritto da Jimmy Sangster con l’orecchio teso a Psyco (1960). Tony si è suicidato: la sorella Eleanor (Janette Scott) non si è mai ripresa, mentre la zia Harriet (Sheila Burrell) fa fatica a tenere a bada i viziacci del figlio Simon (Oliver Reed) che non vede l’ora di ereditare. Ma Tony (Alexander Davion) si ripresenta. Paranoiac, che di paranoia non parla affatto, è un sapido minestrone di decadenze borghesi ben veicolate da quel vero malandrino che fu Reed, desideri incestuosi ed Edipo mica tanto elaborato bene. Nella prima parte si traccheggia con una storia di venale eredità, poi spunta un potenziale omicida che, nella notte, canta con voce da bambino e indossa una maschera inquietante; un puzzle psicologico ambientato in una maestosa dimora gotica, fotografata in un nitido bianco e nero che esalta le ombre della mente umana. Non male il recupero macabro verso il finale ma la cosa migliore, non stupisce, è la fotografia del buon vecchio Francis. Non è il film Hammer essenziale ma si lascia guardare senza fatica. Da riscoprire, anche per la sua capacità di anticipare un poco lo spaghetti giallo, mescolando gotico, dramma familiare e studio psicologico, e rappresentando, perdipiù, un notevole esempio della versatilità della Hammer oltre il suo celebre filone horror soprannaturale.

Titolo originale
Paranoiac
Regista:
Freddie Francis
Durata, fotografia
80', b/n
Paese:
UK
1963
Scritto da Exxagon nell'anno 2018; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0