lo Scorpione nero

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Voto:

Il geologo americano Hank Scott (Richard Denning) e la sua controparte messicana Arturo Ramos (Carlos Rivas) giungono a osservare le strane conseguenze di una massiccia eruzione vulcanica: qualcosa sta uccidendo persone e animali. Colpa di alcuni giganteschi scorpioni risvegliatisi dalle profondità della Terra e che ora si dirigono verso Città del Messico.

LA RECE

Sui binari di un classico del genere ma con il valore aggiunto di un'effettistica davvero ben risucita se messa a paragone dei coevi e consimili. Buono spettacolo per i fan del fantahorror vintage.

Contemporaneo a la Mantide omicida (1957) e, come quello, pedissequo al capostipite Assalto alla terra (1954) con formiche giganti che attentavano alla pace umana. A parte il fatto che gli scorpioni giganti non sono tali per effetto delle radiazioni, com'era per le formiche del '54, la pellicola di Ludwig si struttura allo stesso modo: la scoperta della minaccia in un luogo desertico, l'iniziale rinvenimento di un'abitazione distrutta, gli interrogativi relativi ai cadaveri, la discesa nella tana dei mostri, gli scorpioni che emergono dalla terra e attaccano la città proprio quando si credeva che la minaccia fosse esaurita. Si tratta di un film routinario, con il solito stuolo di militari armati di tutto punto, gli scienziati, il protagonista e la sua bella, in questo caso Mara Corday nei panni di una proprietaria di ranch. La cosa che distingue lo Scorpione nero dai molti horror fantascientifici con mostri giganti è la qualità degli effetti speciali, ovvero gli scorpioni movimentati dall'effettista Willis O'Brien in stop-motion, lo stesso artista creatore del King Kong del 1933. Nonostante negli anni '5O O'Brien avesse già più di 70 anni, il risultato del suo lavoro balza subito agli occhi rispetto ai soliti animali mastodontici realizzati come plasticoni semoventi o ingranditi con trucchi ottici. Il superbo lavoro effettistico salva il film dal piattume generale: gli scorpioni si muovono in maniera fluida, sono molto particolareggiati - solo la visione frontale risulta un po' ridicola - e la scena finale di battaglia fra i mostri giganti e i carri armati è avvincente; di sicuro effetto anche la sequenza di discesa nella tana degli scorpioni in cui si ha l'occasione di vedere un ragno e poi uno scorpione che combattono contro un millepiedi; tutto, naturalmente, in dimensione maxi. Non male per gli amanti del fantascientifico di vecchia data.

TRIVIA

⟡ La scena finale è stata girata all'Estadio Universitario di Città del Messico.

⟡ Quando lo scorpione sta facendo sfracelli a Città del Messico, in una delle riprese si vede sullo sfondo l'Empire State Building, un grattacielo di New York City.

⟡ I produttori finirono i soldi mentre ancora il film non era concluso e ciò colpì primariamente l'effettistica: ecco perché nelle scene che vedono gli scorpioni a Città del Messico, quelli appaiono solo come delle ombre; per la precisione, erano sagome sovrapposte all'immagine.

⟡ I suoni prodotti dagli scorpioni sono gli stessi prodotti dalle formiche in Assalto alla terra.

⟡ Il ragno gigante che attacca Juanito è uno dei modelli originali dell'effettista O'Brien lasciati fuori dalla famosa scena del ragno cancellata in King Kong. Lo stesso vale per il verme gigante che si scontra con lo scorpione.

⟡ Il vulcano mostrato a inizio film è il Paricutin che eruttò il 1943 e che rimase attivo per due decadi.

Titolo originale

the Black Scorpion

Regista:

Edward Ludwig

Durata, fotografia

88', colore

Paese:

USA

Anno

1957

Scritto da Exxagon nell'anno 2009 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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