Silk

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Voto:

Un gruppo di scienziati guidati dal depresso Hashimoto (Yosuke Eguchi) ha scoperto il fantasma di un bambino (Chen Kuan-po) in un appartamento di Taipei e, tramite un dispositivo antigravitazionale detto Menger Sponge, lo ha bloccato nella stanza. Per indagare sulla vita passata del misterioso bambino viene ingaggiato il poliziotto Ye Chi-tung (Chang Chen).

LA RECE

Mix di ghost-story orientale, dramma esistenziale e sottofondo fantascientifico più confuso che spaventoso, con una trama bizzarra che collega ricerche antigravità ai fantasmi. Nonostante momenti di sensibilità poetica e buoni effetti digitali, gli spaventi sono pochi e tutto si riduce a un dramma fanta-umano.

Il regista ChaoBin aveva ben impressionato il pubblico con il terzo episodio del portmanteau Three (2002) da lui scritto ma non girato e, nello stesso anno, aveva esordito dietro la cinepresa con la commedia giovanile Better than sex che, in patria, aveva sbancato i botteghini. Silk è il suo secondo lungometraggio in coda alla J-horror mania che, al termine del primo decennio del XXI secolo, iniziò a mostrare evidenti segni di stanchezza. Il regista, che scrive anche soggetto e sceneggiatura, tenta il colpaccio mescolando tradizionale ghost-story all'orientale con dramma esistenziale e sottofondo parascientifico. Ne viene fuori un tour de force più confuso e stancante che spaventoso e affascinante. Il film, che parte bene ma dopo 40 minuti inizia ad andare in riserva, è un horror che regala uno o al massimo due momenti di paura in quasi due ore in cui si alternano riflessioni psicosociali e accattivanti suggestioni fantascientifiche le quali, tuttavia, non aggiungono nulla di nuovo al genere. Come sia possibile che un gruppo di scienziati che lavora su una sostanza antigravità leghi la propria ricerca ai fantasmi e non a qualcosa di più utile, rimane il vero arcano della faccenda. L'altro curioso mistero è relativo al fatto che tale sostanza antigravità, così evidentemente legata all'altro mondo, sia simile al cubo che spalanca l'infernale aldilà dei cenobiti di Hellraiser (1987). Chao-Bin, più che perdere tempo a dare coerenza al racconto, preferisce dedicarsi a descrivere la relazione madre-figlio fantasma, il che non è poi così distante da ciò che il regista aveva scritto per l'episodio visto in Three. Succede, quindi, che Silk si trasformi in un dramma fanta-umano dove fanta- è sia fantascientifico che fantasmatico; dramma che viene aumentato d'intensità dalle sorti dei due protagonisti maschili, il poliziotto e lo scienziato, pure quelli con le loro beghe psicologiche. Tolta l'unica scena horror davvero riuscita (la ricercatrice la cui anima si scolla dal corpo) e accettata l'inevitabile confusione per un plot che si intreccia per 108 minuti, rimane la possibilità di farsi rapire da qualche buon effetto digitale. Un po' poco. Realizzato con cura e non privo di alcuni momenti che lasciano trasparire una certa sensibilità poetica, Silk non è, tuttavia, l'horror orientale da consigliare, né è così originale come vorrebbe essere. Stranamente selezionato per essere mostrato al Festival di Cannes, il suo immediato destino fu, giustamente, il noleggio.

TRIVIA

⟡ Il film è costato circa 6,2 milioni di dollari; ai tempi, tale budget l'ha fatto entrare nella storia del cinema di Taiwan come il film più costoso prodotto con fondi unicamente nazionali.

⟡ In una scena, tutti i membri del team scientifico guardano il bambino nella stanza e, improvvisamente, il televisore nell'appartamento si accende, sintonizzato su un canale che trasmette il cartone animato Mo fa a ma (1998) che tratta di spettri con delucidazioni sui costumi sociali taiwanesi.

Titolo originale

Cui Si

Regista:

Chao-Bin Su

Durata, fotografia

108', colore

Paese:

Taiwan

Anno

2006

Scritto da Exxagon nell'anno 2010 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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