il Testamento

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Voto:

Gente ricca si ritrova al capezzale del morente Mountolive nella sua enorme magione. Qui, arriva fortunosamente anche l’architetta Maggie Walsh (Katharine Ross) e il suo uomo Pete (Sam Elliott). Qualcuno inizia a morire, e i due decidono di andarsene ma capiranno che questo è impossibile: il vecchio Mountolive ha dei piani per Maggie. Uno degli ultimi colpi del cinema horror britannico prima del down anni ’80, qui a cavalcare l’onda del demonologico da poco portato al successo da il Presagio (1976) con un soggetto scritto da Jimmy Sangster che, però, si rifà chiaramente al nostro Suspiria (1977) anche se il profilo stilistico è più quello del vecchio cinema inglese delle reincarnazioni e dei “dieci piccoli indiani” con i ritmi del cinema d’antan. Lo stesso Sam Elliott confermò: “Non correrei a vederlo. È un film di quindici anni in ritardo sui tempi”. Non che tutto debba andare al macero: prima di tutto, funziona l’ambientazione e, poi, l’atmosfera suspiriana con tanto di omicidi abbastanza violenti. L’effetto polpettone, però, non viene scampato e 100 minuti si fanno sentire, erodendo il concetto cardine del film, davvero unico nel panorama demonologico, ovvero che il patto con il Diavolo non sia una fregatura e, anzi, vada in cerca di una persona eletta e pura. Una chiave di lettura alchemico-massonica. Il vero grande entusiasmo, però, è tutto dei due protagonisti Ross e Elliott che, gira che ti rigira, si sono innamorati su quel set, si sono sposati nel 1984 e sono ancora insieme; lui, a 75 anni, ha ancora i baffoni! Meno lieto il fatto che il regista Marquand, poi regista de il Ritorno dello Jedi (1983), morì d’infarto nel 1987 a soli 49 anni. Cose della vita. Il Testamento è e rimane nel dimenticatoio ma il cinefilo ci butti l’occhio.


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Titolo originale

The Legacy

Regista:

Richard Marquand

Durata, fotografia

102', colore

Paese:

UK, USA

Anno

1978

Scritto da Exxagon nell'anno 2020; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0