Trilogia del terrore II

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Voto:

Graveyard rats: Laura (Lysette Anthony) fa fuori il ricco marito con l'aiuto dell'amante ma, per ottenere i soldi, finirà per disseppellire il cadavere in un cimitero infestato da ratti giganti. Bobby: una madre disperata (L. Anthony) evoca il Maligno per far risorgere il figlio morto annegato. Bobby torna ma non è lo stesso ragazzino amorevole di una volta. He who kills: il feticcio Zuni del primo film viene recuperato dalla polizia e, restaurato dalla dottoressa Simpson (L. Anthony), tornerà a vivere e uccidere.

LA RECE

Replica del cult del 1975, con Lysette Anthony nel ruolo di protagonista unica. I tre segmenti, come atteso, mostrano qualità alterne: il primo si perde in dinamiche noir, il secondo ricicla materiale già visto, mentre il finale con lo Zuni, pur essendo il più atteso, manca di coraggio e originalità. Un'operazione nostalgica che funziona a metà. O meno.

Horror a episodi che replica pregi, difetti e struttura di Trilogia del terrore (1975). Abbiamo, quindi, Lysette Anthony, come fu Karen Black nel ’75, interprete fissa in tutti i segmenti fra i quali il migliore è, ancora, quello in cui appare lo Zuni. L’unica finezza rilevabile nella prima storia, che rimane bloccata per troppo tempo sul fattore noir relativo alla coppia di amanti, è la citazione da il Bacio della morte (1947) con un personaggio in sedia a rotelle spinto giù dalle scale; peccato che i ratti enormi che danno il titolo all'episodio saltino fuori solo al termine, senza portare poi troppo scompiglio. Il secondo episodio, che si gioca in un'ampia abitazione come una caccia fra il gatto-Bobby e il topo-mamma, è il remake di un episodio contenuto nel portmanteau Notte di morte (1977) sempre diretto da Curtis; in quell'antologia, l'episodio Bobby era il più riuscito e, quindi, a distanza di 19 anni, dev’essere sembrata una buona idea riproporlo. L'atmosfera è un po' quella di Cimitero vivente (1989) ma, prevedibilmente, il risultato non è equiparabile; nondimeno, il gioco dell'assedio funziona a sufficienza, si veda la scena della telefonata al marito. L'episodio finale, il più atteso, ripete pedissequamente quanto visto nel ’75 e la mancanza di originalità affossa il risultato finale. Certo, rivedere lo Zuni che strilla con il coltello in mano fa un certo effetto ma, nel complesso, il segmento manca di coraggio (poco sangue e nessun nudo) e la regia di Curtis è, ancora una volta, piatta. Sequel buono per i nostalgici del feticcio africano.

TRIVIA

⟡ Nel terzo episodio, una delle guardie del museo sta leggendo il fumetto Dark Shadows e riferisce di come, da giovane, corresse a casa per guardare in tv la riduzione cinematografica del fumetto; si tratta di Dark shadows, prodotto televisivo diretto da Dan Curtis nel 1966.

Titolo originale

Trilogy of terror II

Regista:

Dan Curtis

Durata, fotografia

90', colore

Paese:

USA

Anno

1996

Scritto da Exxagon nell'anno 2010 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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