Trollhunter

-

Voto:

Nel tentativo di tracciare un bracconiere che sembra aver ucciso diversi orsi della zona, tre universitari norvegesi, Thomas (G. Tosterud), Johanna (J. Mørck) e il cameraman Kalle (T. Larsen), incontrano Hans (Otto Jespersen) che si rivela essere una guardia forestale dedita alla cura dei troll in nome dell'agenzia governativa TST. Il suo compito è tenere i troll distanti dai centri abitati.

LA RECE

Mockumentary norvegese sui troll che trasforma il found footage in un monster movie originale e ben realizzato. Øvredal tratta il mito folkloristico con serietà colorata di ironia. Molto gradevole.

Secondo lungometraggio del norvegese Øvredal che, dopo il thriller psicologico Future murder (2000) e prima del validissimo horror Autopsy (2016), s’imbarca in un monster movie assolutamente bizzarro quanto riuscito. Il regista opta per lo stile mockumentary, il finto documentario che, dai tempi di the Blair witch project (1999), sfianca le platee con telecamere a mano ed emetici ondeggiamenti. Il timore, visti diversi film d’artefatta impronta amatoriale, è che la confusa dinamica delle riprese possa nascondere sia una pochezza narrativa, sia realizzativa, mangiandosi effetti speciali e tutto ciò che il budget limitato non può offrire all'intrattenimento del pubblico. Trollhunter, invece, sa somministrare una buona dose d'avventura ed SFX ben realizzati e, soprattutto, ben integrati nel girato. La bizzarria del tema centrale, i troll, è trattata con una seriosità inaspettata che, il più delle volte, ovviamente, risulta comica senza che, però, il film abbia palesi accenti ironici. Lo stile found footage diventa secondario nel racconto al punto che ci si chiede se per un film con una chiara storia e creature così originali, l'idea del mockumentary sia davvero vincente; lo deve essere stata di certo per contenere i costi di produzione. Simpatico anche il fatto che il mito dei troll, calato nei nostri giorni, dia vita a situazioni caustiche relative alla religione, dal momento che i troll, a quanto pare, sembrano essere particolarmente suscettibili al sangue dei cattolici; perciò, i ragazzi dovranno contenere la loro fede e, quando il cameraman verrà ucciso dopo aver recitato un pezzo del Padre Nostro, verrà ingaggiata una ragazza mussulmana. Spassoso anche tutto l'armamentario per cacciare correttamente questi mostri tanto tonti quanto enormi. L'operazione originale ha ottenuto un discreto successo commerciale e si lascia guardare senza troppo impegno e con curiosità. Poco sangue ma va bene così. Il mega troll finale che si staglia contro il cielo dà al film un tocco di spettacolarità quasi si trattasse di un horror cosmico lovecraftiano. Da scoprire.

TRIVIA

André Øvredal (1973) dixit: “Mi piace spaventare il pubblico ma apprezzo costruire tensione; nell'attesa, la tua immaginazione come spettatore deve fare gli straordinari. Lascio al pubblico il compito di fare quel lavoro che è molto più terrificante di quello che posso mostrare alla fine. C'è un grande equilibrio, un dare e avere, con il pubblico” (forbes.com).

⟡ Come viene detto nel film, i troll sono essenzialmente di due tipi: montani e dei boschi. Ci sono però dei sottotipi: Ringlefinch, Tosserlad, Rimetosser, il Re della Montagna e Jotnar.

⟡ Dopo i credits, si assiste a una sequenza con tre troll che corrono in una caverna verso la telecamera.

⟡ Nei credits, alla fine, si segnala che nessun troll è stato ferito durante la produzione.

⟡ La statunitense Summit Entertainment ha acquistato i diritti del film per produrre un remake ancor prima che il film fosse uscito nelle sale. Tuttavia, questo remake, ad oggi (2025), non è stato realizzato.

Titolo originale

Trolljegeren

Regista:

André Øvredal

Durata, fotografia

103', colore

Paese:

Norvegia

Anno

2010

Scritto da Exxagon nell'anno 2013 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

commercial