l'Ultimo dei Templari
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Voto:
I crociati Behmen von Bleibruck (Nicholas Cage) e Felson (Ron Perlman), in crisi di coscienza per i crimini della Chiesa in Terra Santa, disertano. Dio, però, ha ancora in serbo una missione per loro: scortare, attraverso una Terra piagata dalla peste, una supposta strega verso un'abbazia che protegge un libro di esorcismi. Al viaggio si unisce un prete, un giovane cavaliere, un ladro e un soldato.
LA RECE
Cage e Perlman due crociati pentiti. Accidenti. Film che inizia promettente con atmosfere da Malleus Maleficarum e, poi, scivola nel fantasy RPG con effetti digitali. Avventura action priva di rispetto storico, ma se sie è in cerca di svago...
Season of the witch, ovvero il medioevo visto da Homer Simpson. Bada bene che i templari non c'entrano nulla nella faccenda: i distributori italiani sono posseduti. Conta, invece, che Nicolas Cage, garanzia di ogni leggerezza cinematografica, e Ron Perlman, distante anni luce dal Salvatore de Il Nome della rosa (1986), vestano cotte e menino fendenti in nome di Santa Madre Chiesa. Poi, si ha l'illuminazione in Terra Santa: le crociate sono dei massacri ai danni di innocenti e i due, di ciò, non vogliono più essere complici. Benone. Parte da qui un filmetto metafora della condizione del santo in crisi spirituale che, in quanto tale, è facile all'influenza del Maligno ma è anche scelto da Dio per una missione speciale, tanto quanto salvifica, che riavvicinerà il miscredente e il mondo intiero alla fede. La fede vera, ovviamente, non l'istituzione Chiesa. Anzi, no, per dare un colpo al cerchio e uno alla botte, mettiamoci un prete-balivo che rappresenta il lato sano della Chiesa. Magno cum gaudio, apprendo questo termine nuovo: "balivo"; metto in pausa e cerco definizione ma la prima cosa che mi capita su Google è una graziosa signora che fa la ruota in tv. Il Cage miscredente si riavvicinerà a Dio ma, da impietosa tradizione biblica, ciò implicherà una catartica dipartita, povero Mosè della situazione; tutto ciò non prima che il Diavolo stesso venga preso letteralmente a capocciate per impedire che s'impossessi delle Clavicole di Salomone, librone arcano oggi di facile reperibilità. Satana quasi impietosisce: “Non potete immaginare quanto male mi ha fatto nei secoli questo libro!”. E Moccia non c'era ancora. Apocatàstasi. Il Maligno è visibilmente scocciato ma mai quanto noi quando ci vengono mostrati monaci appestati morti et viventi che attaccano gli eroici crociati. E dire che il film partiva bene con atmosfere da Malleus Maleficarum o, per stare in ambito cinematografico, da il Grande inquisitore (1968). Poi, però, tutto prende una deriva da RPG fantasy con il cavaliere, il chierico e il ladro; si passa il ponte e si sconfiggono i lupi acquisendo punti esperienza. La peste nera è di contorno: questo film non è certo Black death: un viaggio all'inferno (2010) né per il fattore piaga, né per altre riflessioni più profonde. Ma da l'Ultimo dei templari non si aspettava molto neppure il distributore USA che mandò nelle sale il film a gennaio, periodo morto per i botteghini statunitensi. Scambi di battute a gogò fra gli amiconi protagonisti, e regia di Sena votata all'azione: in quest'ottica, ovvero in quella del dark fantasy con effetti speciali digitali, Season of the witch vale qualcosa, mangiandosi, però, il vero potenziale della pellicola: il viaggio di un gruppo di persone che trasportano una donna, forse strega, forse vittima della superstizione. Rispetto storico: zero. Umberto Eco si ribalta nella biblioteca. Se il ruolo di Cage fosse stato dato a Perlman, magari le cose sarebbero andate meglio. Forse. Nel rutilante svolazzare di diavoli non mi accorgo neppure che, dietro il pesantissimo make-up del cardinale, si nasconde quel satanasso di Christopher Lee. Comunque, adesso so chi è un balivo, quindi l'ora e mezza non è andata sprecata. Cioè, in parte, perché adesso so anche chi è la Balivo.
TRIVIA
⟡ Dati storici a caso. Le crociate terminarono nel 1291; l'assedio di Tripoli e la battaglia di Artah avvennero più di 200 anni prima di quanto venga indicato nel film. La battaglia di Smyrna (1344) indetta da papa Clemente VI non era uno scontro con i crociati. Il film ha evidentemente cercato di adattare le date delle battaglie a quella della diffusione della peste (1348).
⟡ Il balivo informa che il viaggio all'abbazia consta nell'attraversamento di 400 leghe su territori impervi, ovvero 6 giorni di viaggio. Una lega era considerata la distanza che un uomo o un cavallo potevano percorrere in un'ora, circa 5 Km. Ciò significa che l'abbazia distava circa 2000 Km e se un uomo o un cavallo avessero camminato 5 Km ogni ora per 6 giorni ininterrottamente (cosa già di per sé impossibile) avrebbero percorso 720 Km, in pratica un terzo della distanza. Tenuto conto che il gruppo si sarà dovuto fermare per riposare, dormire e mangiare e che, quindi, avrà camminato per 10 ore al giorno, la distanza che li separava dall'abbazia sarebbe stata percorsa in 40 giorni e non in 6.
⟡ Una delle scene iniziali descrive una battaglia nel golfo di Edremit illustrato come desertico. Tale posto si trova nell'Anatolia Nord-occidentale ed ha un clima mediterraneo e una ricca vegetazione, non è certo il deserto rappresentato nel film.
Titolo originale
Season of the Witch
Regista:
Dominic Sena
Durata, fotografia
95', colore
Paese:
USA
2010
Scritto da Exxagon nell'anno 2013 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
