Venerdì 13

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Un gruppo di giovani va a bivaccare vicino al Camp Crystal Lake, luogo, nel 1980, di un massacro compiuto da Mrs. Voorhees per vendicare l'annegamento del figlio deforme Jason. Quest’ultimo (Derek Mears), però, è ancora vivo, si tiene i resti della madre nella tana in cui si nasconde e non ci pensa due volte prima di attaccare i giovani che sono entrati nel suo territorio. Sei settimane dopo, un altro gruppo di ragazzi si reca nella casa di vacanze dei genitori di uno di essi che, ovvio, si affaccia sul Crystal Lake. Contemporaneamente, Clay Miller (Jared Padalecki) è in cerca di sua sorella Whitney (Amanda Ri-ghetti) che è stata sequestrata da Jason. Il killer gigante, ovviamente, fa scattare la violenza anche sui nuovi arrivati.

LA RECE

Jason si presenta alla nuova generazione di spettatori ma si mostra loro col vestito vecchio, peraltro quello di un'altra icona horror. A condire poche idee ci si mettono solo diverse paia di mammelle; stringe il cuore dirlo, ma non basta questo per fare un buono slasher, sopratutto uno che voglia essere davvero moderno.

Rispolvero della saga nata con Venerdì 13 (1980) e del mito di Jason Voorhees, rielaborando soprattutto i primi tre capitoli della storia più qualche spunto preso qua e là nei successivi. Si tratta del primo film della serie a essere una produzione congiunta New Line Cinema e Paramount. In origine, quest'ultima deteneva i diritti del franchise ma, nei primi anni '90, dopo i fiacchi risultati dell'ottavo capitolo, la Paramount cedette alla New Line i diritti sull'utilizzo del personaggio Jason, di sua madre, del nome Crystal Lake e del trademark "Friday the 13th"; tutto il materiale riguardante i primi otto film e i diritti per un eventuale remake del primo capitolo rimasero alla Paramount. Quando la Platinum Dunes di Michael Bay ebbe l'idea di realizzare quest'ultimo film, ebbe anche la necessità di utilizzare cose e persone i cui diritti erano posseduti dalla Paramount e dalla New Line, quest'ultima di proprietà della Warner Bros. Dopo una disputa legale, si decise di produrre tutti insieme appassionatamente. La Warner distribuì il film in Nord America, mentre la Paramount nel resto del mondo, esattamente il contrario di ciò che era avvenuto nell'80. La produzione non avrebbe voluto realizzare un sequel né propriamente un remake ma dare vita a una nuova serie più moderna e vendibile alla nuova generazione, in parallelo alla vecchia serie ormai andata alle corde. Rimango dubbioso circa il fatto che vi fosse davvero la necessità di una tale operazione commerciale ma è anche vero che rivedere il buon vecchio Jason in azione fa sempre un certo piacere. Dopo un intro che dura più di 20 minuti, Venerdì 13 anno domini 2009 dimostra di non saper offrire nulla di nuovo alla mitologia voorheesiana. Viene mantenuto lo stampo da teen-movie che ci si aspetta da uno slasher con protagonisti giovani antipatici quanto basta, e piace anche rivedere il Crystal Lake Camp; tuttavia, il modo manicheo di presentare personaggi buoni e cattivi, belli e brutti, nudi e vestiti poteva andare benone negli '80 ma nel primo decennio 2000 suona un po’ monocorde. Colpisce in negativo il fatto che Venerdì 13 non abbia un buon ritmo, né che si sia data una rinfrescata a Jason che somiglia nei modi e nell'azione al Leatherface di Non aprite quella porta (2003), altro film girato da Nispel. La volontà del regista di spiegare troppo di un mostro il cui potenziale è sempre stato un'insensata follia omicida, creandogli un passato, una casa e un contorno di villici poco sani di mente, non fa che riportare alla putredine degli ambienti tipici del genere backwood brutality. Gli omicidi compiuti da Jason non hanno nessun tocco originale: facendo tesoro delle nuove tendenze del torture-porn, ci si compiace un po' più della violenza ma senza comunque eccedere. Ciò che, invece, Venerdì 13 ha da offrire in abbondanza sono le tette di alcune protagoniste che vengono mostrate, unte, sbatacchiate, molte delle quali rigorosamente rifatte, con la sana eccezione del seno di Giulianna Guill; non a caso, il produttore Michael Bay, alla première del film, uscì dalla sala dichiarando che nel film c'era troppo sesso. Unica particolarità del film, dato l'attaccamento morboso della saga alle ferree regole dello slasher, è la sostituzione della final-girl con un ragazzo: di fatto, non c'è una vera e propria eroina (Whitney-Righetti rimane perlopiù incatenata e nascosta), bensì, abbiamo il bravo Clay in antitesi rispetto agli altri ragazzi infoiati, aggressivi e stupidi. Comunque, a monte di un budget di 16 milioni di dollari, il film ne incassa 90,6 ma 65 di questi provengono dai botteghini USA, dimostrando che lo slasher, genere nato negli Stati Uniti, è e rimane un tipo di horror che funziona più là che altrove. È altamente improbabile che questo reboot possa rappresentare l’ultima opportunità di vedere Jason in azione, anche se il risultato ottenuto da Nispel lascia intendere che sarebbe cosa saggia e rispettosa lasciarlo riposare sul fondo del Lago Cristallo, una volta per tutte.

TRIVIA

⟡ La versione del film detta Killer Cut, di 106 minuti, ha semplicemente più scene di nudo e pochi altri fotogrammi di sangue che non cambiano il livello di violenza o splatter della pellicola.

⟡ Lo sheriffo Bracke (Richard Burgi) prende il nome da Peter Bracke che scrisse il libro "Crystal Lake Memories: The Complete History of Friday the 13th".

⟡ Che gli eventi avvengano di venerdì 13 lo si capisce solo verso la fine del film quando si vede un calendario di quelli con la data che si strappa; si trova nella stazione di polizia.

⟡ Il cognome di Clay e Whitney è Miller, un riferimento a Victor Miller creatore dei personaggi del film del 1980.

⟡ A quanto hanno fatto sapere lo sceneggiatore Shannon e il regista Nispel, il Jason di questo film è stato rielaborato in modo da farlo risultare più territoriale, una sorta di predatore che non uccide a caso ma lo fa per difendere il proprio ecosistema. Jason Voorhees 2009 sarebbe stato, in parte, costruito ispirandosi al Rambo di Stallone.

⟡ Il body count del film si attesta a 14 vittime.

⟡ L'unica uccisione del film in cui è stato usato un effetto digitale è quella del colpo di machete in testa. Il regista Nispel cerca sempre di tenere al minimo l'uso del digitale nei suoi film.

Titolo originale

Friday the 13th

Regista:

Marcus Nispel

Durata, fotografia

97', colore

Paese:

USA

Anno

2009

Scritto da Exxagon nell'anno 2013 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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