Vertige
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Voto:
Cinque ragazzi in montagna si preparano ad un'escursione impegnativa. Il capo cordata li porta su una via montana chiusa, senza che essi lo sappiano. Il gruppo arriverà in vetta rischiando la vita, ma i guai non sono finiti per i giovani che si troveranno ad affrontare un folle eremita assassino che non intende farli scendere a valle.
LA RECE
Inizio come thriller alpino, evoluzione in backwood brutality con un killer montanaro cannibale. Nonostante gli equilibrismi della regia, la pellicola risulta poco convincente. Come Cliffhanger insegna, la montagna funziona meglio per l'azione che per l'orrore (almeno in questo caso).
Diversi hanno già tentato di imbastire storie in altitudine, sfruttando la roccia e la vertigine come corollario. Assassinio sull'Eiger (1975), Cliffhanger (1993) con Stallone abbarbicato in t-shirt a quota 3000, o Vertical limit (2000), per dirne solo tre. L'ambiente montàno si presta favorevolmente alla tensione ma, forse, meno all’orrore; sarà che le produzioni del cinema di paura, spesso a contarsi il budget in tasca, troverebbero poco economico dover trasportare cast, crew e attrezzatura là dove osano le aquile. Ci prova, comunque, il francese Ferry che gira in patria ma spaccia la location come balcanica per una storia che si apre a forte impatto thriller e poi deraglia nel backwood brutality alla Wrong turn (2003) e consimili. Ferry si scatena in equilibrismi con la macchina da presa e il gioco d'intrattenimento funziona. Certo, bisogna tapparsi il naso e non notare che i cinque ragazzi impegnati in un'escursione a dir poco impegnativa se ne vanno a rocciare in pantaloncini e maniche corte; la più carina del gruppo ha anche uno scollo a V che non guasta. Su e giù per pareti a novanta gradi e di corsa su ponti tibetani imbullonati coi dadi per il brodo; chiaro che, alla fine, l'armonia dei cinque va a farsi benedire. D'altronde, c'è la coppia e c'è pure l'ex di lei che se anche fossero andati alle giostre sarebbe comunque finita a schifìo. Invece, come vuole ogni tranquillo weekend di paura che si rispetti, il vero pericolo ha il volto di uno zotico incapace di qualsiasi linguaggio tranne che urlare e digrignare i denti. Come una persona con un palese ritardo mentale possa vivere da sola in alta montagna non è dato sapere. Come nessuno sappia dell’esistenza del folle, visto che qualcuno avrà ben costruito e mantenuto le strutture alpinistiche che usano i ragazzi, be’, non si sa neppure questo. Sappiamo, però, di cosa si nutre: carne umana, la dieta dei campioni. Nel frangente di estremo disagio, i brutali istinti dei giovani prendono il sopravvento e se ne salverà solo uno. Alla fine dell'azione, il regista Ferry tenta l'ultimo spavento usando i numeri: 3270 persone sono inspiegabilmente sparite nei Balcani. Se lo dice lui… Però Vertige o High lane, come noto internazionalmente, continua a non convincere. Se fosse rimasto sul tema del thriller alpino con scollo a V avrebbe almeno recato diletto, invece, arrivati sfiancati sul versante horror, la pellicola ridiscende precipitevolissimevolmente.
TRIVIA
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Id.
Regista:
Abel Ferry
Durata, fotografia
90', colore
Paese:
Francia
2009
Scritto da Exxagon nell'anno 2013 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
