Zombi holocaust
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Voto:
Parti di cadaveri vengono sottratte in un ospedale di New York. Quando il colpevole viene catturato, questi si suicida ma, prima di spirare, pronuncia un nome: Keto. La dottoressa Lori (Alexandra Delli Colli) riesce a mettere in relazione quel nome con un'isola misteriosa abitata da cannibali e da Obrero (Donald O'Brien), medico che fa esperimenti inumani per resuscitare i morti.
LA RECE
Pasticciaccio prodotto per sfruttare il successo di un altro zombi-horror e diretto da chi era più portato per la commedia sexy. Nonostante la noia generale, rimane un piccolo cult per gli amanti dei B-movie italici grazie al livello splatter.
Noto anche come la Regina dei cannibali, si tratta dell'unico horror diretto da un Girolami, al tempo 76enne e con un curriculum composto soprattutto da commedie: Don Franco e don Ciccio nell'anno della contestazione (1970), Kakkientruppen (1977), Pierino contro tutti (1981), Pierino colpisce ancora (1982), per citarne alcune. L'operazione commerciale fu voluta dai produttori che desideravano cavalcare l'onda del filone cannibal e del recentissimo successo ottenuto da Zombi 2 (1979) di Fulci; da quest'ultimo film vengono prese persone dello staff tecnico, attori (Ian McCulloch) e alcune sequenze ma non solo. Contemporaneamente a Zombi holocaust, Girolami girò il softcore Sesso profondo (1980) che utilizzava le stesse location e, quindi, le medesime di Zombi 2. Bel pastrocchio che ebbe come risultato il fatto che l’attore Al Cliver, per lavorare in Zombi 2, fu obbligato a partecipare anche a Sesso profondo ma, poi, abbandonò il set perché offeso da quel progetto. Zombi holocaust, da un punto di vista squisitamente splatter, offre molto: arti amputati, cuori estirpati, corpi sventrati, gole tagliate, un machete piantato nella testa e O'Nela alla quale viene aperta la pancia e vengono mangiati gli occhi con tanto di palpebre; effetti speciali di Giannetto De Rossi truculenti ma non ben realizzati. Allo stesso livello è la qualità tecnica e i tempi di recitazione che rasentano spesso il ridicolo involontario. In un prodotto così arrabattato, costruito per cavalcare l’onda lunga del cinema zombesco, anche le musiche di Nico Fidenco finiscono per essere materiale di recupero (Emanuelle e gli ultimi cannibali, 1977). L’incursione del vate della commedia sexy nello zombi-horror non funzionò bene, quindi, ma rimane un piccolo cult divertente per gli amanti dei B-movie italici a ragione del livello gore di tante scene. Molta molta noia, comunque, e la Delli Colli nuda non salva il carrozzone.
TRIVIA
⟡ Nessun dato, per ora.
Fast rating
Regista:
Frank Martin [Marino Girolami]
Durata, fotografia
84', colore
Paese:
Italia
1980
Scritto da Exxagon nell'anno 2010 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
