ALIEN³
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Voto:
Ellen Ripley (Sigourney Weaver), in fuga, precipita sul desolato pianeta Fiorina 161. Si tratta di una colonia penale abbandonata che ospita i peggio criminali capeggiati dal carcerato Dillon (Charles S. Dutton). La presenza della donna reca scompiglio più di uno xenomorfo.
LA RECE
Le atmosfere sono fra le cose migliori del film, eloquenti rispetto alla volontà di Fincher di esplicitare una sua visione metafisica delle cose.
Grande l’attesa dei fan dopo due film d'eccellenza quali Alien (1979) e Aliens – scontro finale (1986). La scelta di Fincher in regia fece discutere, non solo per il suo passato di videoclipparo ma anche, e soprattutto, per la scelta di sovvertire e/o eliminare personaggi ai quali gli spettatori si erano affezionati. L'obliterazione della piccola Newt ancor prima che la storia cominci è stata mal digerita da molti; un personaggio così importante nel determinare la motivazione della protagonista Ripley, forse meritava qualcosa di più che una morte off-screen. Fincher, tuttavia, volle strutturare qualcosa di molto cupo, sia a livello di storia, sia di atmosfere. Lo stesso regista ebbe non pochi screzi con i produttori: Fincher disconobbe il film a causa delle continue interferenze esercitate dalla produzione e abbandonò il lavoro prima che iniziasse il montaggio; quando si volle distribuire l'edizione speciale, Fincher si rifiutò di collaborare con la 20th Century Fox, così, quest'ultima curò da sé il lavoro di rieditaggio e fece uscire l’Assembly Cut che dura ben 29 minuti in più rispetto alla versione cinematografica e che, rispetto a questa, presenta molte divergenze, una su tutte il finale alla Terminator 2 (1991) che risparmia a Ripley l'esplosione del petto e la fuoriuscita dell'embrione alieno. Come nota ulteriore, si confronti questo finale con quello di the Game (1997), altra pellicola di Fincher. La visione nichilista del regista entra, in effetti, in antitesi con l'azione e la tensione che l'appassionato si sarebbe atteso: i lunghi dialoghi e i troppi personaggi non sempre necessari mettono a dura prova l'attenzione dello spettatore. Alcuni stili di ripresa, ad esempio le soggettive degli xenomorfi, tradiscono la lezione dei videoclip. Compensano la scenografia e la fotografia: i set sono stati creati fondendo ambientazioni industriali e stile medioevale; le atmosfere che si vengono a creare sono fra le cose migliori del film e sono eloquenti rispetto allo spirito di rottura imposto dal regista e la volontà di esplicitare una sua visione metafisica delle cose. Interessante l’evoluzione della protagonista: Ripley assume una dimensione cristologica che ben si addice alla tematica religiosa che pervade la colonia penale e che implicherà, come ovvio, uno svilimento della sua femminilità e l’immolazione. Per redimere l'umanità e per salvarla dalla minaccia aliena, la protagonista si sacrifica gettandosi nel fuoco con le braccia allargate come se fosse in croce; solo nella prima parte del film, la donna sembra recuperare il lato femminile grazie alla storia d'amore con Clemens; morta Newt e poi morto anche il medico, Ripley, che scopre di avere in sé un embrione di xenomorfo Regina, passa a far parte della famiglia aliena con uno spostamento disumanizzante che raggiungerà compimento nel quarto film, Alien - la clonazione (1997).
TRIVIA
⟡ Sigourney Weaver disse che si sarebbe rasata di nuovo la testa per ripetere alcune scene solo se le fosse stato concesso un bonus in denaro. In effetti, accadde che, per alcune riprese girate a Los Angeles, alla Weaver fu chiesto di rasarsi nuovamente. L'attrice pretese 40.000 dollari per il sacrificio, così i produttori ingaggiarono l'effettista Greg Cannom per creare una calotta poi indossata dalla Weaver. Il processo di make-up costò 16.000 dollari e risultò essere complesso e dispendioso a livello di tempo poiché la sottostante presenza dei capelli dell'attrice richiedeva che la calotta venisse posta sulla testa in maniera molto precisa.
⟡ Una prima bozza del film prevedeva un enorme e antico monastero in ambiente post-apocalittico. In effetti, la costruzione del monastero iniziò ma dovette essere interrotta quando lo script fu revocato lasciando la crew in un limbo produttivo per tre mesi. Nonostante si fosse passati da un monastero a una prigione, si decise che si sarebbero potute usare le parti del monastero che erano già state costruite.
⟡ Il direttore della fotografia Jordan Cronenweth fu sostituito da Alex Thomson solo due settimane dopo che le riprese erano iniziate. Cronenweth aveva iniziato a palesare la malattia che lo avrebbe portato alla morte il 29 novembre 1996, il morbo di Parkinson.
⟡ Inizialmente, per dirigere il film fu contattato il regista Renny Harlin, ma non accettò per girare Die hard 2 (1992). Poi, fu ingaggiato Vincent Ward che du-rò solo due mesi prima di essere licenziato per screzi con i produttori. Si prese in considerazione anche l'idea di Walter Hill prima che risultasse disponibile David Fincher.
⟡ Per creare un cadavere convincente di Newt, fu creato un manichino a gran-dezza naturale della bambina usando i calchi presi alla piccola Carrie Hann per il film Aliens - scontro finale.
⟡ Si suggerì l'idea di includere una scena in cui un alieno uscisse da Hicks (Michael Biehn) sfondandogli il petto. Fu creata una replica dell'attore e del suo torace ma quando Biehn venne a sapere la cosa minacciò di denunciare la produzione per aver usato "parti del suo corpo" senza permesso. L'idea venne abbandonata. Successivamente, i produttori pagarono Biehn per poter utilizzare la sua foto all'inizio del film, nella sequenza del computer. In pratica, l'attore ricevette più soldi per l'utilizzo di questa singola foto di quanto aves-se incassato per recitare in Aliens - scontro finale.
⟡ Nei Pinewood Studios, la costruzione della fornace gigante necessitò di 12 settimane di lavoro. Anche lavorando 6 giorni a settimana 12 ore al giorno, la crew non riuscì a rispettare la tabella di marcia.
⟡ Il rottweiler da cui salta fuori l'alieno dovette essere rasato in alcune parti del muso per dare l'idea che il facehugger gli si fosse attaccato addosso.
⟡ Quando non recitava, la Weaver doveva indossare una parrucca dal momento che a sua figlia di due anni non piaceva vedere la mamma senza capelli.
⟡ L'alieno di questo film differisce da quelli visti nei film precedenti per il fatto che non ha i "tubi" sulla schiena e ha le labbra più pronunciate.
⟡ Ci volle più di un anno per compiere il lavoro di montaggio della pellicola.
⟡ Quando i produttori decisero di girare un nuovo finale, il compositore Elliot Goldenthal ebbe a disposizione una sola notte per inventarsi un nuovo score musicale.
⟡ Per creare alcuni degli effetti sonori "bagnati" prodotti dall'alieno, l'effettista audio andò in un negozio di alimentari asiatico a comprare teste di animale e trippa.
⟡ Fu creato un tipo particolare di facehugger, quello che feconda Ripley con l'embrione di una regina, ma non appare nella versione cinematografica. Si vede un poco solo nell'Assembly Cut.
⟡ Alcuni progetti grafici di Giger erano relativi ad un alieno a forma di puma con le chele. I produttori gli suggerirono di fare disegni più sensuali, così l'artista creò un alieno che aveva le labbra da donna. L'idea di Giger era che l'alieno potesse baciare le sue vittime e con questo bacio le avrebbe uccise. Questa idea sarà usata in Specie mortale (1995) la cui creatura protagonista è stata disegnata da Giger.
⟡ Lo stesso "uccellino che becca" (un giocattolo a forma di volatile con contrappeso) che si vedeva nel primo film della serie appare ora sulla scriva-nia del capo della prigione.
⟡ Nel contratto della Weaver c'era una clausola che specificava che il finale del film avrebbe dovuto essere scritto da Walter Hill e David Giler. La Weaver disse che il personaggio di Ripley era uno di quelli molto difficili da scrivere e, con l'eccezione di James Cameron, solo Giler e Hill lo avevano trattato correttamente.
⟡ Fu Joe Roth, il presidente della 20th Century Fox di allora, a insistere che la protagonista del film fosse ancora Ripley, dal momento che molti script non ne prevedevano la presenza.
⟡ Ad un certo punto, la produzione vietò a Fincher di girare una scena cruciale nelle fondamenta della prigione fra Ripley e un alieno. Sfidando le direttive, il regista prese la Weaver, una telecamera e girò lo stesso la scena. Questa fu poi inserita nel final cut.
⟡ Con la diffusione sul mercato della Alien Quadrilogy in DVD nel 2003, la 20th Century Fox offrì a Fincher il proverbiale rametto d'ulivo, chiedendogli di montare e commentare il suo director's cut. Fincher rifiutò. Fu l'unico dei quat-tro registi dei film a rifiutare la partecipazione al progetto.
⟡ Verso la fine del film, quando Ripley e i carcerati discutono i vari modi in cui possono uccidere gli alieni, sul muro si vedono degli ideogrammi cinesi. "Chao gao wen wei xian" che tradotto significa: "Pericolo altissime temperature".
Titolo originale
Id.
Regista:
David Fincher
Durata, fotografia
145', colore
Paese:
USA
1992
Scritto da Exxagon nell'anno 2005; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

